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Parte prima - only fantasy

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La stanza era in perfetto ordine, come se non fosse stata toccata da<br />

molto tempo, ed emanava un senso di pace e tranquillità. Dal piano<br />

di sotto si udiva il suono dolce di un pianoforte. Non appena mettemmo<br />

piede all’interno, però, la musica si interruppe. Neanche un<br />

minuto dopo, Engel si materializzò in camera. Sul suo volto non trovai<br />

lo stupore che mi aspettavo, ma una strana calma. Sorrisi non appena<br />

la vidi: era bella da togliere il fiato. I suoi capelli, di quel colore<br />

così particolare e intenso, erano spettinati e gli occhi giocavano curiosi,<br />

posando il loro sguardo <strong>prima</strong> su di me e poi su Tristan.<br />

Si sedette a terra, facendo segno di imitarla. Ci sistemammo a<br />

gambe incrociate di fronte a lei. Tristan si sporse un po’ in avanti e le<br />

baciò una guancia, io invece rimasi immobile. Engel rivolse a mio<br />

fratello un’espressione sofferente: non osava guardare me negli occhi.<br />

«Cosa ci fate qui?» gli chiese sempre ignorandomi.<br />

Decisi di rispondere io al posto suo. «Siamo venuti per parlarti,<br />

Engel. Ti è piaciuto il concerto dell’altra sera a Würzburg?»<br />

«Mi sono commossa, come sempre», rispose guardando per terra.<br />

Sapevo che era sincera. Quella sera non avevo avuto occhi che per<br />

lei. Le avevo perfino dedicato la canzone, la nostra canzone.<br />

«Anche ieri sera, a scuola, è stato bello...» proseguì con cautela.<br />

«È proprio di questo che volevamo parlarti», la interruppe Tristan.<br />

«Lo sapevo...» Engel guardò verso la finestra, cercando di non incrociare<br />

i nostri sguardi. Ora sembrava disperata. Mi faceva male vederla<br />

così. Oltre a Tristan, Engel era la persona a cui tenevo di più.<br />

Per lei ero pronto a morire. Non sapevo dare un nome a ciò che provavo<br />

nei suoi confronti, ma di sicuro era un sentimento che andava<br />

ben oltre l’amicizia. E, forse, oltre l’amore...<br />

«Engel, ti prego...» sussurrò Tristan accarezzandole il dorso della<br />

mano. «Non è nostra intenzione fare del male alla ragazza.»<br />

Lo fulminai con lo sguardo ed Engel colse la mia occhiata.<br />

«Be’, Konstantin non la pensa come te, a quanto pare», commentò.<br />

Tristan mi guardò sconvolto. «Konstantin è uno stupido affamato.<br />

Vedrai che dopo la caccia si sentirà meglio, molto meglio...»<br />

«La ragazza non si può toccare», tagliò corto Engel.

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