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Parte prima - only fantasy

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«Tristan Von Schaden!» lo interruppi. «Ti ho già detto che non mi<br />

interessa quello. Io voglio stare con te e basta. Perché, forse non l’hai<br />

capito, ma un tuo bacio, per me, equivale ad almeno... due notti di<br />

sesso sfrenato!»<br />

Tristan rise così tanto che, anche quando tornò calmo, la sua risata<br />

cristallina continuò a echeggiarmi nelle orecchie. E nel cuore.<br />

Mi stavo innamorando di un uomo che di umano aveva ben poco.<br />

Ciò che provavo per Tristan era molto più di una semplice infatuazione,<br />

questo lo sapevo. Era un sentimento unico e speciale. Importante.<br />

Ma c’era qualcosa che non andava.<br />

Qualcun altro condivideva con lui un posto nel mio cuore.<br />

Qualcun altro legato in modo indissolubile al mio Tristan.<br />

La sua metà.<br />

La mia terza parte.<br />

Tristan mi baciò un’ultima volta promettendomi che sarebbe venuto<br />

a trovarmi durante la notte.<br />

Aprii la porta di casa e trovai buio e silenzio. Dormivano tutti. Salii<br />

al piano di sopra tentando di non fare rumore. In camera, accesi la<br />

luce e socchiusi la finestra per dare modo a Tristan di entrare più tardi.<br />

Mi vidi riflessa nello specchio. Contemplai la mia gemella e mi<br />

sembrò diversa. Il viso era mutato. Vi compariva un’espressione che<br />

non conoscevo da molto tempo.<br />

Felicità?<br />

Piroettai su me stessa e presi dall’armadio la camicia da notte di<br />

pizzo nero. Era un regalo di mia cugina Gio. Me l’aveva data poco<br />

<strong>prima</strong> che partissi, con l’augurio di trovare presto un «uomo vero».<br />

Corsi in bagno a cambiarmi. Mi sfilai i vestiti e mi lavai in fretta. Poi<br />

infilai la camicia da notte e mi guardai ancora una volta nello specchio.<br />

Il mio seno era coperto solo dai sensuali ricami neri. Quando<br />

rientrai in camera due mani fredde mi coprirono gli occhi.<br />

Sorrisi. Tristan era arrivato <strong>prima</strong> del previsto.<br />

Ma toccando con cura le sue mani, mi accorsi che non appartenevano<br />

al mio ragazzo. Erano più grandi, meno affusolate. Erano forti,<br />

più maschili e ruvide.

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