Parte prima - only fantasy

«Ma no, non ti preoccupare, Cathy. Però se hai paura...»
«Io non ho paura!» mi impuntai.
Tristan mi lanciò il suo delizioso sorriso e continuò a camminare.
Ci rimettemmo a chiacchierare e il resto della passeggiata fu piacevole.
Ormai non pensavo più a quello che era successo il giorno
prima. E nemmeno a Konstantin, anche se mi ero ripromessa di chiederne
notizie a Tristan non appena se ne fosse presentata l’occasione.
A un certo punto, mi accorsi che l’unica luce che illuminava la fitta
foresta era la piccola torcia di Tristan. La stessa che aveva portato
con sé sulla spiaggia a Emden. All’improvviso si fermò e si guardò
intorno.
«Cavolo... mi sa che ci siamo persi sul serio...» disse quasi tra sé,
grattandosi il capo. Mi chiesi cosa volesse dire sul serio e poi capii.
«Da quanto tempo sapevi che ci eravamo persi?» gli domandai un
po’ innervosita.
Tristan guardò l’orologio. «Più o meno da mezz’ora», rispose
calmo.
«E non mi hai detto niente?!» esclamai, mentre il panico cominciava
a impossessarsi di me.
«Non volevo spaventarti...» si giustificò.
Sbuffai irritata, poi la preoccupazione ebbe il sopravvento e gli
strinsi la mano. Tristan mi accarezzò, e nella penombra che ci avvolgeva,
come spinto da un desiderio irrefrenabile, posò le sue labbra
sulle mie guance fredde. Cominciò a baciarmi ogni singolo centimetro
di pelle, senza mai sfiorarmi la bocca, e a ogni bacio mi respirava
forte sulla pelle. Mi lasciai andare e chiusi gli occhi. Sentivo
l’emozione crescere dentro di me. Ma quei baci improvvisi e inaspettati
furono bruscamente interrotti dalla voce di un uomo che urlava:
«Chi è là?!»
Io e Tristan ci stringemmo forte, l’uno nelle braccia dell’altra, fino
a quando l’uomo non ci raggiunse.
Era basso, con dei lunghi capelli bianchi che spuntavano sotto un
grande cappello. Camminava appoggiandosi a un bastone e sembrava
vecchissimo.
Mi accorsi che Tristan lo guardava con terrore. La sua reazione mi
spaventò e mi aggrappai ancora di più a lui.