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Parte prima - only fantasy

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Ero... più bella.<br />

Fui costretta a riconoscere che la mia ciocca viola era perfettamente<br />

intonata all’abito. Un filo di matita più chiara e un po’ di mascara<br />

sostituivano il consueto doppio tratto nero. Sulle unghie dei<br />

piedi brillava sfacciato uno smalto viola scuro. I capelli erano raccolti<br />

in una coda con una cascata di boccoli che scendevano sulle spalle.<br />

Engel mi contemplò felice.<br />

«Sei molto più bella di me, adesso.»<br />

Risi di quell’affermazione. Anche se ero conciata così, era evidente<br />

chi fosse la più bella fra le due. Avvolta nel suo vestito argenteo,<br />

Engel aveva i capelli sciolti, con un’elegante fascia di pizzo bianco<br />

che teneva indietro la sua frangetta. Scendemmo i gradini molto lentamente:<br />

ero negata per i tacchi, al contrario di Engel che si muoveva<br />

con grazia impareggiabile. Avrei dato qualunque cosa per evitare di<br />

farmi vedere vestita così da mia madre e da Matt, ma era impossibile.<br />

Mi stavano aspettando proprio sotto le scale. Non appena mi videro,<br />

riconobbi sui loro volti lo stupore.<br />

«Sei una meraviglia!» esclamò mia madre, guardandomi per la<br />

<strong>prima</strong> volta con vera ammirazione.<br />

«Già, lo sei davvero», ammise perfino Matt. Lo ignorai e mi avvicinai<br />

alla mamma. «Ti prometto che non faremo tardi, vero Engel?»<br />

La mia amica annuì e mi prese sottobraccio, salutando mia madre<br />

con un bacio e Matt con un freddo: «Arrivederci».<br />

Salii in macchina nel modo più imbranato che si possa immaginare,<br />

con Engel che mi prendeva in giro. Alla fine arrivammo a scuola.<br />

Il cortile era illuminato da candele profumate che indicavano il percorso<br />

da seguire. Le ragazze erano tutte supereleganti. Ma non potei<br />

fare a meno di notare che, quando feci il mio ingresso nell’atrio dove<br />

cominciava a radunarsi un po’ di gente, gli occhi dei presenti furono<br />

improvvisamente tutti su di me. Nelle prime due settimane di scuola<br />

ero riuscita a essere quasi invisibile, e a non parlare con nessuno che<br />

non fosse Engel. Ma quella sera ero al centro dell’attenzione: avevo<br />

l’impressione che non mi avessero mai vista <strong>prima</strong> e che fossero felici<br />

di accogliere la nuova allieva che si trovavano davanti. Forse perché<br />

con quel vestito non ero più io, anche ai loro occhi sembravo<br />

un’altra. Lo dissi a Engel e lei si mise a ridere. «Che sciocchezze, tu

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