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Parte prima - only fantasy

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Engel mi guidò lungo il sentiero privato e suonò il campanello.<br />

Venne ad aprire Konstantin, con indosso una delle solite T-shirt<br />

bianche extra large.<br />

«Sono arrivate!» gridò alle sue spalle non appena ci vide. Si spostò<br />

di lato per farci entrare. Dedicò a Engel un ampio sorriso e<br />

schioccò a me un bacio sulla guancia. La sua pelle era fredda e il<br />

contatto mi mandò un brivido lungo tutto il corpo.<br />

«Attenzione! Tristan sta tentando di cucinare», ci avvisò divertito.<br />

«Questa non me la perdo per nulla al mondo», disse Engel precipitandosi<br />

verso quella che doveva essere la cucina.<br />

La casa non era grandissima, ma molto accogliente.<br />

All’improvviso sentii una pressione sulle spalle e mi accorsi che<br />

qualcuno mi stava sfilando il giubbotto. Mi girai e mi trovai faccia a<br />

faccia con Konstantin. Sentii il suo fiato sulle palpebre.<br />

«Di’ la verità: sono stato così bravo che non ti sei neanche accorta<br />

che ti stavo spogliando...»<br />

Risi e annuii. Era vero: avrebbe potuto farmi rimanere in biancheria<br />

intima e io non mi sarei accorta di nulla. Ma soprattutto... non<br />

avrei opposto resistenza. Almeno credo.<br />

Mi mise una mano sul fianco e mi spinse verso la cucina. «Non è<br />

bello farsi attendere troppo», mi sussurrò all’orecchio.<br />

Quando entrammo, trovai Tristan ai fornelli. Indossava un grembiule<br />

arancione ed era veramente buffo. Il suo volto arrossato per il<br />

calore mi fece una tenerezza incredibile.<br />

Si voltò verso di me e mi fece segno di avanzare. Quando fui abbastanza<br />

vicina, con un mestolo gocciolante in mano, Tristan si sporse<br />

per darmi un bacio. Aveva le mani ricoperte di farina.<br />

«Sei molto sexy così», lo presi in giro. Lui mi fece una linguaccia.<br />

Engel ci raggiunse a braccetto con una donna stupenda. Dedussi<br />

che doveva essere la madre dei gemelli, anche se non riuscivo a capacitarmi<br />

che una donna così giovane potesse avere già due figli<br />

grandi.<br />

«Ciao, cara, tanto piacere», mi salutò venendomi incontro e porgendomi<br />

la mano.<br />

Konstantin sorrise e fece le dovute presentazioni: «Mamma, lei è<br />

Cathy. Cathy, lei è mia madre...»

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