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Parte prima - only fantasy

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Konstantin<br />

In casa regnava il silenzio. Il ticchettio incessante della pioggia<br />

era l’unico rumore che mi faceva compagnia. Il mio udito sopraffino,<br />

però, mi permetteva di sentire le macchine in lontananza, al di là<br />

dell’immenso giardino della mia villa. Della nostra villa. La casa mia<br />

e di Tristan. La casa dalla quale avevo cacciato il mio gemello.<br />

Non avevo dormito tutta la notte. Non avevo voluto nessuna<br />

groupie con me né tanto meno avevo accettato la proposta di Engel<br />

di andare a dormire da lei. Volevo restare solo.<br />

Li avevo visti insieme. Non l’avevo fatto apposta: ero uscito per<br />

fumare quella dannata sigaretta e li avevo visti sul prato, dopo il concerto.<br />

Non appena mi ero accorto di loro, mi ero nascosto dietro un<br />

muro. Ma avevo continuato a guardare. Se avessi avuto un cuore<br />

umano, ero sicuro che sarebbe esploso.<br />

Si amavano con un trasporto che io non avevo mai provato con<br />

nessuno. Erano insieme, e in quel momento non esisteva nient’altro.<br />

Con quante ragazze ero stato, io? Troppe. Eppure a me non era mai<br />

capitato nulla del genere. Neanche con Engel. Forse perciò quella visione<br />

mi aveva fatto così male. Era difficile confessarlo a me stesso,<br />

ma vedendoli così... avrei dato qualunque cosa per essere Tristan.<br />

Mi alzai dal letto e filai in bagno. Mi sciacquai abbondantemente<br />

il viso con l’acqua fredda e quando alzai la testa mi ritrovai faccia a<br />

faccia con il mio riflesso. Il mio volto era più pallido del solito e le<br />

occhiaie più visibili. Sorrisi al mio io e pensai che l’amore, in fondo,<br />

fa solo male... Ti riduce uno straccio, anche se un cuore non ce l’hai.<br />

In quel momento mi accorsi che il mio cellulare stava suonando.<br />

«Pronto?» risposi.<br />

«Konstantin?» la voce del mio interlocutore era spaventata.<br />

«Andreas... dimmi.»<br />

«Devo parlarti. Riguarda Cathy.»<br />

Il solo pronunciare il suo nome mi fece rabbrividire. «Cos’ha? Sta<br />

male?» chiesi ansioso.<br />

«Per ora no. Ho chiamato te perché non sapevo se era il caso di<br />

mettere in allarme Tristan... Insomma Konstantin... Engel mi ha detto<br />

una cosa, e io credo sia importante che la sappiate anche voi.»

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