Parte prima - only fantasy

l’album, e quando la canzone finì Tristan si girò a guardarmi.
«Peccato che non abbiamo registrato», disse sorridendo. «Hai
suonato da dio.»
«Tu invece hai cantato da schifo», ribattei. Mio fratello non replicò
e se ne andò a controllare gli spartiti. Un tempo avremmo riso per
questo scambio assurdo di battute. Facemmo un altro paio di prove e
infine decidemmo che era venuto il momento di registrare. Suonammo
bene e il tecnico decise che molto probabilmente avrebbe fatto un
ritocco soltanto al secondo minuto. Tutto il resto era perfetto. Quando
più tardi uscimmo dalla sala prove, il nostro manager era entusiasta.
Mi diressi verso il camerino e vidi mio fratello corrermi dietro.
Sorrisi tra me e chiusi la porta alle mie spalle. Tristan la riaprì un attimo
dopo. Pescai una sigaretta dalla felpa e l’accesi fregandomene
del cartello che recitava VIETATO FUMARE.
«Konstantin», sussurrò Tristan.
«Dimmi», gli risposi senza guardarlo.
«Come stai?» mi chiese. Odiavo il suo interessamento paterno nei
miei confronti, anche se sapevo benissimo di non poterne fare a meno.
«Bene, grazie. E la mamma?» dissi per non chiedere come stava
lui.
«Lei mica tanto. Non riesce a capire perché solo uno dei suoi figli
è lì in casa», rispose abbassando la voce.
«Potresti spiegarglielo tu. Sei così bravo con le parole.»
«Perché vuoi a tutti i costi farti del male, Konstantin? Non eri tu
quello che diceva che non ci avrebbe mai diviso una ragazza?...»
«Vedo che hai centrato il punto», lo interruppi brusco.
«Ma perché dobbiamo dividere sempre tutto? Perché se io sono
felice devi esserlo per forza anche tu nello stesso momento? Una volta
per ciascuno, Konstantin. Nonostante tutto, noi siamo due persone
diverse. Anche se il nostro legame ci ha fatto sempre pensare il contrario...
Sai benissimo che io ragiono in un modo e tu in un altro.
Perché ostinarsi a fingere che non sia così?» urlò con gli occhi lucidi.
«Sai, Tristan. Hai ragione, come sempre. Io e te non siamo uguali.
Come potremmo? Tu sei un essere spregevole, un finto santerellino.
E io un poveretto che si nasconde dietro la facciata da duro, ma che,