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Parte prima - only fantasy

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Mi accorsi che i secondi passavano e Konstantin non accennava a<br />

parlare. Non muoveva un muscolo se non per portare con un gesto<br />

meccanico la sigaretta alle labbra. Mi sentii inutile, e così mi girai, e<br />

mi allontanai in fretta, desiderando scomparire. Ma, sarei pronta a<br />

giurarlo, sentii Konstantin pronunciare il mio nome non appena voltai<br />

le spalle.<br />

Mezz’ora <strong>prima</strong> del concerto fecero scendere me ed Engel<br />

nell’area riservata. Lei era calma come sempre. Io, invece, non stavo<br />

nella pelle. Ero stata a innumerevoli concerti, ma mai <strong>prima</strong> di allora<br />

mi ero sentita tutta quell’adrenalina in corpo. Avrei visto i Damned<br />

suonare dal vivo, davanti a migliaia di persone, e ancora non ci credevo.<br />

Le luci si abbassarono.<br />

Un rumore sordo, come il battito di un enorme cuore, sovrastò le<br />

urla della folla e una chitarra prese a suonare. Konstantin fu illuminato<br />

da un fascio di luce bianca. Indossava un paio di occhiali da sole e<br />

sorrideva. L’adrenalina scorreva anche nelle sue vene, adesso. Era<br />

eccitato e felice. Subito dopo nuovi fasci di luce piovvero su Derek e<br />

Albert.<br />

In quell’attimo la voce di Tristan cominciò a vibrare e lui, apparso<br />

magicamente sui gradini di una pedana ai piedi del palco, salì in scena<br />

sotto gli occhi delle fan impazzite.<br />

Gli effetti speciali erano pazzeschi. Sembravano quasi magia.<br />

Fumi viola si diffondevano ai lati del palcoscenico, mentre ologrammi<br />

di corvi neri apparvero sulle nostre teste, più reali che mai.<br />

Intanto uno schermo gigante trasmetteva immagini di altri concerti<br />

dei Damned, altri trionfi.<br />

Engel si divertiva come una matta, saltando e ballando in mezzo<br />

ai VIP nella nostra area riservata. Io, invece, ero immobile, impaurita,<br />

sconvolta dalla troppa emozione. Mi accorsi che stavo per piangere.<br />

Cercai lo sguardo di Tristan, ma non lo trovai. Era troppo occupato<br />

a fare spettacolo. Che strana sensazione. Sul palco era una persona<br />

diversa, e indubbiamente, tra i quattro, era lui il vero protagonista. Le<br />

ragazzine strillavano impazzite il suo nome, invocandolo come un<br />

dio. Mi girai a guardare Konstantin, che stava alla sinistra del fratel-

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