Parte prima - only fantasy

la strada fatta con Tristan. Avevo ancora le cuffie dell’iPod nelle
orecchie, e la sua voce in sottofondo mi teneva compagnia. Era un
modo per sentirlo vicino... anche se non potevo ignorare l’armonia
semplice e vibrante della chitarra che lo accompagnava. Una musica
creata da due mani che non mi avevano mai sfiorata, ma che conoscevo
molto bene...
Dopo un bel po’ che camminavo mi fermai di botto e guardai
l’orologio. Erano quasi due ore, ormai, che procedevo senza fermarmi
e mi sembrava di essere già passata per quel punto. Mi ero persa,
ovvio. Mi diedi della cretina. Come potevo pretendere di trovare la
strada in un posto dove mi ero persa perfino con Tristan?
Eppure dovevo tornare lì...
Dovevo capire.
Vagai ancora per un po’ senza meta, del tutto scoraggiata, mentre
la vegetazione si infittiva sempre di più, fino a coprire il sole.
Nell’ombra, dove non arrivava il tepore dei raggi, l’aria era fredda e
tagliente. Girai intorno a una quercia dal diametro che mi sembrò infinito
e finalmente la vidi.
Era lì, vera e reale davanti a me.
La casetta di legno che avevo visto una volta in sogno esisteva
davvero.
Spensi l’iPod e nell’improvviso, totale silenzio mi avvicinai con
cautela. Non si sentiva niente, nemmeno il cinguettio degli uccelli, i
fruscii delle foglie. Niente. C’era una quiete del tutto innaturale.
Arrivai di fronte alla porta e la guardai, indecisa sul da farsi,
quando...
«Sapevo che saresti venuta, prima o poi. Anche se non credevo ci
avresti messo tutto questo tempo.»
Mi girai di colpo e vidi quell’uomo.
Era il vecchio pazzo dal quale Tristan mi aveva raccomandato di
stare lontana. Un brivido di paura mi percorse tutto il corpo, ma fu un
attimo.
Il vecchio avanzò verso di me e indicò la porta. Mi guardò e disse
con una voce rauca e cavernosa: «Entra».
La casa era tiepida e accogliente, nonostante il gelo dell’aria fuori.