Parte prima - only fantasy

averla lasciata chiusa! Sorrisi e andai verso Tristan che si teneva in
precario equilibrio sul davanzale.
«Spostati, Catherine. Altrimenti non posso entrare», disse affannato.
«Meno male che non volavo troppo veloce, altrimenti mi sarei
spiaccicato sul vetro come un moscerino!»
Scoppiai a ridere all’idea di lui spappolato sul vetro e mi spostai
per farlo entrare.
«Dormivi?»
«Sonnecchiavo. In realtà ti stavo aspettando.»
«Sì, certo, come no! Tant’è vero che hai dimenticato la finestra
chiusa...» si lamentò.
«E va bene, hai ragione. Ero stanca e sono crollata... Ma ora sono
sveglissima, e tanto contenta di vederti...» aggiunsi tirandolo a me
per il bavero del giubbotto.
Lo baciai, e sentii le sue labbra sorridere sotto le mie, che cercavano
di impossessarsi della sua bocca.
«Sei così impaziente di avermi tutto per te che non mi chiedi
neanche com’è andato il concerto», fece finta di rimproverarmi.
Io continuai a baciarlo e solo quando ebbi coperto di baci ogni
millimetro della sua faccia, gli chiesi guardandolo dritto negli occhi:
«E com’è andato, il concerto?»
«Benissimo», sorrise. «Uno dei migliori. Credo di aver ritrovato
anche un po’ della mia complicità con Konstantin... ed è solo merito
tuo.»
«Merito mio?» domandai sorpresa.
Tristan annuì. «Forse non lo sai... ma il novanta per cento delle
cose belle che mi capitano sono merito tuo.»
«E l’altro dieci per cento?»
«Be’, a pensarci non sono cose belle, ma cattive... E talmente inutili
che nemmeno sto a pensarci, soprattutto quando ho davanti la
donna che amo.»
E così mi lasciai andare fra le sue braccia, prigioniera di quelle
mani dolci e affusolate, che si impossessarono pian piano di tutto il
mio corpo. In quegli istanti mi sembrava che diventassimo una persona
sola, una persona invincibile fatta interamente di amore.
Poco dopo Tristan posò la testa sul mio seno.