Parte prima - only fantasy

attere: «Be’, Konstantin ha la macchina... Tu hai solo i piedi. Quindi,
a meno che tu non voli, non vedo come fai ad accompagnarmi!»
Konstantin esclamò raggiante: «Ehi, quando una ha ragione ha ragione!
Facciamo presto, state tranquilli. Tra meno di mezz’ora sarò
qui.»
Prese la felpa e la indossò velocemente. Io infilai il giubbino. Un
secondo prima che mettessimo piede fuori dalla porta, Tristan afferrò
il fratello per un braccio.
«Konstantin!» lo apostrofò guardandolo negli occhi. Lui gli fece
un cenno d’intesa. «Faccio presto», promise. E si avviò fulmineo
verso l’uscita, mentre io lo seguivo come una preda insegue un affascinante
predatore. Una caccia dai ruoli scambiati.
Konstantin
Cathy camminava tenendosi un po’ a distanza da me, quasi avesse
timore di qualcosa. Salii in macchina e lei fece altrettanto, allacciandosi
la cintura di sicurezza. Ingranai la marcia e partii sgommando
sull’asfalto. Lei se ne stava seduta senza parlare, contemplando il
paesaggio che sfrecciava dai vetri e che sembrava intimarmi: fermati,
Konstantin, fermati...
«Allora? Ti senti un po’ meglio, adesso?» le domandai per rompere
il silenzio.
«Oh, sì, grazie. Chissà cos’hai pensato di me... Ti sarò sembrata
una vera idiota...»
«Ma no, che dici», le dissi ridendo. «I malori capitano a tutti...
Anche a me, prima di iniziare i concerti... Ma non dirlo a nessuno,
sei la prima persona a cui lo confido.»
«Oh», fece lei e dalla sua voce capii che era ancora turbata.
O forse ero io che avevo i sensi annebbiati: il suo profumo aveva
invaso a tal punto l’abitacolo che fui costretto ad aprire i finestrini.
«Hai caldo?» mi chiese senza capire.
«Un po’», mentii.
«Posso... posso chiederti una cosa?» mi domandò mentre si mordicchiava
una pellicina intorno al pollice.