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Parte prima - only fantasy

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un’idiota. «Uhm...va bene, grazie.»<br />

«Perfetto! Allora a dopo, Cathy.»<br />

Rimasi impalata, con un’espressione ebete, davanti alla porta della<br />

classe, mentre i miei compagni entravano a gruppetti, spingendomi e<br />

urtandomi come se fossi invisibile. Mi sedetti al solito banco. Per la<br />

<strong>prima</strong> volta la sedia accanto a me era vuota.<br />

Quando a fine giornata suonò la campanella, corsi in cortile. Jonathan<br />

era già lì, accanto a una Smart bianca. Carino, ma un po’ fighetto,<br />

pensai. Aprì la portiera per aiutarmi a entrare, e poi si sistemò al<br />

posto di guida. Mi guardò con un mezzo sorriso facendomi<br />

l’occhiolino: «Allora? Dove la porto, signorina?»<br />

Gli spiegai brevemente la strada di casa, troppo sfinita dalle ore di<br />

lezione e dall’assenza di Engel per replicare con qualche battuta divertente.<br />

Non mi sentivo in vena di conversazioni brillanti. Anzi, se<br />

devo essere sincera, stavo proprio da schifo. Quando arrivammo sotto<br />

casa, Jonathan si sporse verso di me e mi diede un bacio sulla<br />

guancia. Io lo lasciai fare senza dire niente, poi lo salutai con la mano<br />

mentre lui si allontanava con un gran sorriso stampato in faccia.<br />

Entrando incrociai mia madre in cucina, e assecondai l’insolito<br />

impulso di darle un bacio. Poi filai in camera: non avevo voglia di<br />

nulla. Mi spaparanzai sul letto con i piedi appoggiati alla parete.<br />

Pensai a lungo. Poi decisi.<br />

Prima di cena sarei andata a trovare Engel.<br />

Konstantin<br />

Gli ultimi raggi di sole morivano lentamente dietro la collina e il<br />

crepuscolo cominciava a ingigantire le ombre. Tristan camminava al<br />

mio fianco, in silenzio. Una fitta siepe nascondeva la villetta di mattoncini<br />

rossi. Alzai la testa e mi venne da sorridere: la finestra della<br />

camera di Engel era aperta. Seguii Tristan nel giardino. Con una<br />

mossa agilissima, si arrampicò su un albero i cui rami arrivavano fin<br />

quasi al muro della casa, e da lì si lanciò direttamente dentro la camera.<br />

Io feci lo stesso, subito dopo di lui.

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