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del fascicolo - Cedam

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518<br />

RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE<br />

comportamenti anticoncorrenziali, non si riferisce a tutte le forme di tutela giurisdizionale<br />

che il giudice ordinario può concedere in presenza di un comportamento<br />

anticoncorrenziale.<br />

In altre parole, si può affermare che la norma di cui all’art. 33, comma 2°,<br />

legge antitrust consista in una disposizione tout court sulla competenza (per<br />

materia) <strong>del</strong>le Corti d’Appello, perché non è diretta a prevedere in modo tassativo<br />

i rimedi proponibili avverso comportamenti anticoncorrenziali.<br />

L’interprete è chiamato a confrontarsi con la mens legis di tale incompleto<br />

richiamo: occorre cioè stabilire se il legislatore <strong>del</strong> 1990 abbia voluto circoscrivere<br />

la competenza esclusiva <strong>del</strong>le Corti d’Appello unicamente alle domande<br />

sopra richiamate, o al contrario se l’ambito <strong>del</strong>la competenza <strong>del</strong>le Corti d’Appello<br />

debba intendersi in modo estensivo, ritenendo che il rinvio in discorso abbia<br />

un carattere esemplificativo.<br />

Alla prima ipotesi interpretativa consegue implicitamente che il giudice<br />

competente per i rimedi diversi da quelli contemplati nell’art. 33, comma 2°,<br />

legge antitrust debba essere individuato sulla base <strong>del</strong>le ordinarie regole poste<br />

dal codice di rito. Poste queste premesse, non potrebbe certo escludersi che, in<br />

ordine allo stesso comportamento anticoncorrenziale, vengano istaurati contestualmente<br />

più processi avanti rispettivamente le Corti d’Appello e avanti i Tribunali<br />

o, più raramente, i Giudici di Pace, ponendosi quindi un problema di coordinamento<br />

tra i suddetti giudizi (53).<br />

––––––––––––<br />

(53) Cfr. M. Tavassi, I provvedimenti d’urgenza, in Antitrust tra diritto nazionale e<br />

diritto comunitario, in Riv. dir. ind. 1993, I, 407 ss.; Id., I rapporti tra i giudizi avanti<br />

alla Corte di Appello ed al Tribunale, in Tavassi-Scuffi, Diritto processuale antitrust,<br />

cit., 189 ss. Peraltro, il problema di coordinamento risulta aggravato dall’attuazione <strong>del</strong><br />

controllo decentrato nell’attuazione <strong>del</strong>le norme comunitarie, per il fatto che il territorio<br />

di uno Stato membro può rappresentare anch’esso parte rilevante <strong>del</strong> mercato comune,<br />

quando le pratiche anticoncorrenziali dedotte in giudizio, per quanto territorialmente ristrette,<br />

vengano prospettate come suscettibili di effetti distorsi <strong>del</strong>la concorrenza anche<br />

nei mercati di altri Stati membri (M. Scuffi, Le sezioni specializzate di diritto industriale<br />

per cooperazione comunitaria ed applicazione decentrata <strong>del</strong>le regole di concorrenza, in<br />

Dir. ind. 2003, 219). In questo caso si prospetta una « composizione sul piano processuale<br />

… attraverso pronunzie di incompetenza ovvero mediante sospensione per pregiudizialità<br />

<strong>del</strong> processo che si ponga in dipendenza logica rispetto a quello interessato dal<br />

rilievo comunitario » (così Scuffi, Le sezioni specializzate di diritto industriale, cit., 219).<br />

Il primo rilievo è senz’altro da condividere, poiché la divaricazione <strong>del</strong>le competenze a<br />

conoscere di comportamenti concorrenziali antitrust tra Corti d’Appello e i giudici, individuati<br />

secondo le norme ordinarie, fa sì che il giudice adito debba decidere assai spesso<br />

su eccezioni d’incompetenza fondate su rilievi, a seconda dei casi, tendenti a dimostrare<br />

il carattere nazionale o comunitario, al solo fine di ottenere una pronuncia declinatoria<br />

sulla competenza. Al contrario, l’applicazione <strong>del</strong>l’istituto <strong>del</strong>la sospensione di cui all’art.<br />

295 c.p.c. non sembra possibile, proprio perché in apicibus l’accertamento <strong>del</strong> carattere<br />

comunitario escluderebbe <strong>del</strong> tutto l’applicabilità <strong>del</strong>le disposizioni interne anti-

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