del fascicolo - Cedam

800
RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE
emesso il decreto, e competenza a decidere nel merito, la quale spetta al giudice
che sarebbe stato competente per la fase monitoria.
Si potrebbe peraltro aggiungere che tale ricostruzione è perfino suscettibile
di rafforzare la tesi in virtù della quale l’art. 645 c.p.c. configura un’ipotesi di
competenza funzionale in capo al giudice che ha emesso il decreto, poiché se non
esistesse detto nesso di funzionalità ad operare un indefettibile collegamento tra la
fase monitoria e quella dell’opposizione, avuto riguardo alla competenza, si dovrebbe
allora ammettere che l’opposizione stessa possa esser proposta, in simili
circostanze, direttamente al giudice che avrebbe dovuto essere investito del procedimento
per ingiunzione, in luogo di quello (incompetente) adito.
Ed in effetti non si giustificherebbero remore a definire la competenza a
ricevere l’opposizione a decreto ingiuntivo, attribuita dall’art. 645 c.p.c. al medesimo
giudice che lo ha reso, come funzionale, purché non si faccia discendere
da tale qualificazione una pretesa assoluta inderogabilità della competenza a
decidere sull’opposizione, che invero non pare ravvisabile nell’assetto normativo
vigente in materia.
4. – Potrebbe, ancora, verificarsi l’eventualità che sussistano ragioni di
connessione tra giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo ed altra causa, idonee,
a norma degli artt. 31 ss. c.p.c., a determinare modificazioni di competenza
proprio in favore del giudice dell’« altra » causa, diversa da quella di opposizione
a decreto monitorio (ad esempio, allorché la proposizione di una riconvenzionale
ecceda, per valore, la competenza del giudice di pace, competente
per l’opposizione a decreto ingiuntivo).
Tale eventualità si è bensì riscontrata in concreto, suscitando una serie di
interventi giurisprudenziali che hanno sollevato vivaci dibattiti nella dottrina, la
quale si è così interrogata una volta di più sul senso di una interpretazione rigorosa
del primo comma dell’art. 645 c.p.c. (13).
Il nodo della questione verte anche in detta ipotesi sulla possibilità che il
giudice dell’opposizione a decreto ingiuntivo, correttamente investito a norma
dell’art. 645 c.p.c. e competente sin dalla fase sommaria, declini la propria potestà
decisoria nella fattispecie concreta, in favore di altro giudice; alternativamente,
si potrebbe viceversa ritenere che lo stesso conservi invece la propria
competenza per il procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo, salva la
––––––––––––
(13) La prevalente giurisprudenza di legittimità propende per l’insensibilità del
giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo alle deroghe di competenza per ragioni di
connessione, o anche di continenza: cfr. al riguardo Cass., Sez. Un., 23 luglio 2001, n.
10011, in Foro it. 2001, I, c. 3613, con riferimento alla continenza; e la già indicata
Cass., Sez. Un., 8 marzo 1996, n. 1835, cit., con riguardo alla connessione. La dottrina
pare invece schierata in buona parte nel senso contrario: si veda, per tutti, la ricostruzione
effettuata da Tedoldi-Merlo, in Capponi (opera diretta da), op. cit., p. 369 ss., ove gli opportuni
richiami.