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del fascicolo - Cedam

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694<br />

RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE<br />

cati, l’uno, al procedimento di istituzione e revoca <strong>del</strong>l’amministrazione di sostegno;<br />

l’altro, alla pubblicità degli atti, alla sua funzione e ai suoi effetti.<br />

Risulta immediatamente palese, al lettore, la funzione vera <strong>del</strong>l’istituto in<br />

esame, evidenziata attraverso l’individuazione, in più punti, <strong>del</strong>la linea di confine<br />

tra lo stesso e i tradizionali istituti <strong>del</strong>l’interdizione e <strong>del</strong>l’inabilitazione,<br />

affatto soppiantati dall’amministrazione di sostegno. Quest’ultima si dirige a<br />

quei soggetti che, innanzitutto, subiscono una limitata e, generalmente, temporanea<br />

incapacità di provvedere ai propri interessi e che, pertanto, abbisognano<br />

non già di qualcuno che si sostituisca a loro nella gestione di quelli, ma<br />

che li affianchi, appunto li sostenga. Ciò comporta il rispetto e la valorizzazione,<br />

comunque, <strong>del</strong>la sia pur dimidiata capacità <strong>del</strong> beneficiario, evitandosi<br />

l’isolamento sociale ed economico in cui vengono, invece, a trovarsi l’interdetto<br />

e l’inabilitato.<br />

Il secondo elemento adeguatamente posto in evidenza nel lavoro è quello,<br />

già accennato, <strong>del</strong>la temporaneità: quello <strong>del</strong>l’amministrazione di sostegno, proprio<br />

in quanto istituto di protezione, è dotato di grande elasticità, sempre modulabile<br />

in funzione <strong>del</strong>le esigenze <strong>del</strong> beneficiato, destinato alla revoca, motivata<br />

da una serie di ragioni attentamente analizzate, non ultima l’esigenza di<br />

passare all’interdizione o all’inabilitazione <strong>del</strong> soggetto.<br />

La flessibilità <strong>del</strong>l’istituto si riscontra anche attraverso la forma <strong>del</strong> provvedimento:<br />

decreto motivato <strong>del</strong> giudice tutelare e non già sentenza, all’esito –<br />

come si sottolinea nella seconda parte <strong>del</strong> lavoro, dedicata ai profili processuali<br />

– di un procedimento definito di giurisdizione volontaria. Anche in questa seconda<br />

parte è molto attenta la disamina di tutti gli aspetti <strong>del</strong> procedimento, con<br />

particolare interesse per quelli relativi alla revocabilità e impugnabilità dei<br />

provvedimenti, nonché ai rapporti con il procedimento (eventuale) di interdizione<br />

o di inabilitazione.<br />

Egualmente rispondente alla finalità di tutelare le persone beneficiate,<br />

« con la minore limitazione possibile <strong>del</strong>la capacità di agire », è ritenuto pure il<br />

sistema di pubblicità degli atti voluto dal legislatore, destinato a realizzare, in<br />

capo ai terzi, la piena conoscenza <strong>del</strong>le situazioni protette (Giorgetta Basilico).<br />

Giovanni Campese, L’espropriazione forzata immobiliare, Giuffrè, Milano<br />

2005, pp. XVI-602.<br />

La rinnovata attenzione dottrinale tesa al superamento <strong>del</strong>la crisi di funzionalità<br />

<strong>del</strong> processo esecutivo ha ispirato il recente intervento riformatore<br />

che ha inciso notevolmente sull’impianto originario <strong>del</strong> codice di rito; ciò è<br />

avvenuto in particolare per l’espropriazione immobiliare ed invero più <strong>del</strong>la<br />

metà <strong>del</strong>le disposizioni <strong>del</strong> capo IV, <strong>del</strong> II titolo <strong>del</strong> libro terzo, sono state in-

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