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del fascicolo - Cedam

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GIURISPRUDENZA 745<br />

vitabilmente problemi, nascenti dal modo in cui si configura la situazione soggettiva<br />

sostanziale.<br />

Se la prescrizione si atteggia come un fatto estintivo <strong>del</strong> diritto di accettare<br />

l’eredità, l’accettazione si pone come un fatto impeditivo <strong>del</strong>l’estinzione <strong>del</strong><br />

diritto. A seguito <strong>del</strong> compimento <strong>del</strong> negozio unilaterale di accettazione, il<br />

soggetto acquista la qualità di erede.<br />

Non pare che ci siano controindicazioni particolari al ricorrere nella specie<br />

di un’eccezione in senso lato; non c’è una espressa disposizione di legge, né ci<br />

troviamo di fronte ad una sentenza costitutiva. L’effetto è prodotto dal mero<br />

esercizio <strong>del</strong> diritto sul piano sostanziale, senza bisogno <strong>del</strong>l’intermediazione di<br />

un provvedimento <strong>del</strong> giudice.<br />

La conclusione è che ci troviamo di fronte ad un effetto giuridico prodotto<br />

dall’esercizio di un diritto potestativo, che, ove serva a far respingere la domanda<br />

attrice o l’eccezione <strong>del</strong>la controparte, dà luogo ad un’eccezione in senso<br />

lato.<br />

7. – Per la verità, si potrebbe arrivare ad una conclusione diversa, ove si<br />

condivida l’orientamento, che traspare da alcune sentenze <strong>del</strong>la Corte di cassazione<br />

(28), che sembrano ravvisare la presenza di un’eccezione in senso stretto<br />

ogni qualvolta siamo di fronte ad un’eccezione riconvenzionale. Ricorrerebbe<br />

eccezione riconvenzionale (29) allorquando entra in gioco (non un fatto giuridico,<br />

ma) un rapporto giuridico, la cui sussistenza porterebbe al rigetto <strong>del</strong>la domanda<br />

attrice: tale rapporto, suscettibile di autonomo accertamento, costituirebbe<br />

appunto sempre materia di eccezione in senso stretto. Ne discenderebbe che<br />

ove l’effetto giuridico, prodotto dall’esercizio <strong>del</strong> diritto potestativo, viene a<br />

configurare un fatto estintivo, modificativo, impeditivo <strong>del</strong> diritto dedotto in<br />

giudizio (dando luogo ad un’eccezione o ad una controeccezione), ci troveremmo<br />

di fronte ad una eccezione in senso stretto. La qualità di erede, pertanto,<br />

conseguente all’accettazione di eredità, potendo costituire oggetto di autonomo<br />

accertamento, darebbe luogo ad un’eccezione riconvenzionale, la quale a sua<br />

volta integra un’eccezione in senso stretto.<br />

L’orientamento giurisprudenziale non è condivisibile. Anche con riguardo<br />

all’eccezione riconvenzionale, vale la regola che, di norma, c’è il rilievo di ufficio,<br />

salvo che la legge non preveda diversamente o l’eccezione non si coordini<br />

ad un’azione costitutiva. Ad es., non pare contestabile che l’usucapione (tipica<br />

eccezione riconvenzionale) dia luogo ad un’eccezione in senso stretto, atteso il<br />

––––––––––––<br />

(28) Cfr. ad es. Cass., 20 agosto 1998, n. 8255; Cass., 26 aprile 2004, n. 7917. Del<br />

resto di tale orientamento è traccia anche nella sentenza annotata, in cui l’eccezione in<br />

senso stretto viene identificata con l’eccezione riconvenzionale. Per una critica di tali<br />

indirizzi, Oriani, Eccezioni rilevabili cit., p. 1022 ss.<br />

(29) Sul tema <strong>del</strong>l’eccezione riconvenzionale, anche per riferimenti, Oriani, voce<br />

Eccezione, in Digesto, cit., p. 283 ss.

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