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del fascicolo - Cedam

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LA NOZIONE E GLI EFFETTI DELLA SENTENZA ARBITRALE ECC. 671<br />

importanza la circostanza che la sentenza sia di condanna o di mero accertamento<br />

(4).<br />

Essendo la sentenza arbitrale, l’atto conclusivo <strong>del</strong> procedimento arbitrale<br />

è chiaro che la definizione <strong>del</strong>la prima discende dall’individuazione <strong>del</strong> concetto<br />

stesso di arbitrato (5). Per sapere se si è in presenza di un procedimento<br />

che può essere qualificato come arbitrato si fa ricorso ad una serie di indici rivelatori,<br />

quali: la presenza di una lite tra le parti, di un terzo imparziale dotato<br />

di potere giurisdizionale, il carattere obbligatorio <strong>del</strong>l’atto, la risoluzione di<br />

questioni di diritto e non di mero fatto (6). Sulla base di tali indici, possiamo<br />

eliminare dalla categoria di sentenza arbitrale alcuni atti a questa affini. Sarà<br />

una proposta di conciliazione quell’atto <strong>del</strong> terzo che, essendo privo di carattere<br />

vincolante e obbligatorio, può essere rifiutato dalle parti, potendo queste sottomettere<br />

integralmente le loro pretese dinanzi agli organi giurisdizionali (7).<br />

––––––––––––<br />

<strong>del</strong>le decisioni arbitrali, in Riv. arb. 2002, p. 469 ss., spec. p. 482. Più cauta, invece, la<br />

posizione di M.-C. Rondeau-Rivier, Arbitrage. La sentence arbitrale, cit., p. 3, secondo<br />

cui « il est certain que l’incompatibilité formelle de la décision avec les exigences attendues<br />

de la forme d’une sentence est un indice permettant de refuser à la décision la qualification<br />

de sentence ».<br />

(4) La precisazione è dovuta al fatto che nella motivazione di Cass., 7 octobre<br />

1981, in Revue de l’arbitrage 1984, si trova l’affermazione secondo cui un atto non può<br />

avere carattere giurisdizionale « en l’absence de condamnation ». Ma successivamente<br />

Cass., 19 avril 1985, ivi 1986, p. 57, con nota di C. Jarrosson, seppur indirettamente, stabilisce<br />

che il carattere di sentenza arbitrale non può essere negato per il solo fatto che non<br />

si tratti di una decisione di condanna. Per l’approfondimento <strong>del</strong>la questione si rinvia a C.<br />

Jarrosson, La notion d’arbitrage, Paris 1987, p. 206 ss.<br />

(5) In questo senso, tra i tanti: B. Moureau, Arbitrage en droit interne, in Encyclopédie<br />

Dalloz, Répertoire de procédure civile, vol. 1, Paris 2004, p. 39, secondo cui<br />

« la qualification de la sentence est indissociable de celle d’arbitrage ».<br />

(6) Per un’esposizione generale dei criteri di qualificazione <strong>del</strong>l’arbitrato si rinvia a<br />

C. Jarrosson, La notion d’arbitrage, cit., p. 251 ss.; Id., Les frontières de l’arbitrage, cit.,<br />

p. 19 ss.; Id., Variations autour de la notion d’arbitrage, in Revue de l’arbitrage 2005,<br />

p. 1049 ss.; E. Loquin, Arbitrage. Définition, in Juris-Classeur proc. civ., fasc. 1005, Paris<br />

1997, p. 13 ss. Ai fini <strong>del</strong>l’indagine circa la qualificazione di un atto come sentenza<br />

arbitrale, sia in riferimento alle figure affini che rispetto alle ordinanze arbitrali, la giurisprudenza<br />

ritiene che non ci si debba attenere alle espressioni utilizzate dalle parti, ma<br />

alla natura <strong>del</strong>la missione effettivamente demandata ai terzi. Il principio è fermissimo e si<br />

rinviene in tutte le decisioni che si occupano <strong>del</strong>la qualificazione <strong>del</strong>l’arbitrato, è sufficiente<br />

al riguardo citare Cass., req., 31 mars 1862, in Recueil Sirey 1862, p. 362, che per<br />

prima ha formulato tale principio.<br />

(7) Sulla distinzione in via generale tra arbitrato e conciliazione si veda B. Oppetit,<br />

Arbitrage, médiation et conciliation, in Revue de l’arbitrage 1984, p. 307 ss.; C. Jarrosson,<br />

La notion d’arbitrage, cit., p. 176 ss. Tale distinzione, agevole nella teoria, ha dato<br />

luogo a un vasto contenzioso, data la presenza di clausole ambigue. Nel senso <strong>del</strong>la conciliazione<br />

di quelle clausole nelle quali le parti, pur utilizzando termini invocanti una

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