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del fascicolo - Cedam

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698<br />

RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE<br />

<strong>del</strong>le più importanti questioni interpretative poste dalla disciplina <strong>del</strong>la sentenza<br />

di non luogo a procedere.<br />

Conclusa questa indagine storico-dogmatica, l’attenzione <strong>del</strong>l’autore si focalizza<br />

su tre fondamentali nodi problematici: la regola di giudizio che presiede<br />

alla pronuncia <strong>del</strong>la decisione, che é stata oggetto di notevoli modifiche legislative<br />

dal 1993 al 2000, il quadro dei mezzi di critica esercitabili nei confronti <strong>del</strong><br />

provvedimento, rivisitato a fronte <strong>del</strong>l’esigenza, oggi imposta dalla Costituzione,<br />

che la legge assicuri la ragionevole durata dei processi, e la valenza operativa<br />

<strong>del</strong>l’efficacia preclusiva <strong>del</strong>la sentenza di non luogo a procedere.<br />

Il complesso di questa analisi consente infine di affrontare, nella parte<br />

conclusiva <strong>del</strong> volume, il problema <strong>del</strong>la natura giuridica <strong>del</strong>la sentenza di non<br />

luogo a procedere, la cui identità è da sempre contesa tra la categoria <strong>del</strong>le decisioni<br />

di rito e la categoria <strong>del</strong>le decisioni di merito. La via percorsa dall’autore è<br />

quella di <strong>del</strong>ineare un tertium genus di decisione, che appare meglio in grado di<br />

cogliere le singolarità di questa tipologia di proscioglimento (Hervè Belluta).<br />

Alessandro Jommi, Il référé provision. Ordinamento francese ed evoluzione<br />

<strong>del</strong>la tutela sommaria anticipatoria in Italia, Giappichelli, Torino 2005,<br />

pp. IX-245.<br />

Ormai da tempo molti sono convinti che la tutela anticipatoria dei diritti di<br />

obbligazione, volta alla creazione di un titolo esecutivo « senza giudicato », sia<br />

uno strumento indispensabile per un efficiente sistema di giustizia. Per tradizione<br />

culturale, siamo abituati a porre al centro <strong>del</strong>la nostra attenzione il processo<br />

idoneo a conseguire il « giudicato », con tutte le (inevitabili) complicazioni che<br />

un tale processo reca con sé. Dal punto di vista pratico, peraltro, l’esigenza di<br />

una celere soddisfazione dei diritti è molto più importante <strong>del</strong> conseguimento<br />

<strong>del</strong> « giudicato »: chi vede soddisfatto il proprio diritto, <strong>del</strong> « giudicato » fa a<br />

meno volentieri; e molto spesso chi ha soddisfatto il diritto altrui rinuncia al<br />

« giudicato » in ipotesi capace di consentirgli una restituzione di quanto prestato.<br />

Né sarebbe ragionevole chiudere gli occhi di fronte a questa realtà.<br />

L’efficienza <strong>del</strong>l’intero sistema di tutela dei diritti si gioca oggi, in larghissima<br />

misura, sul terreno <strong>del</strong>la tutela anticipatoria dei diritti di obbligazione.<br />

Vale dunque la pena di segnalare questo libro sul référé provision. Il référé<br />

francese costituisce il mo<strong>del</strong>lo principe, al quale fare riferimento quando si immagina<br />

una tutela anticipatoria antecedente al processo idoneo a conseguire il<br />

« giudicato » o comunque indipendente da quest’ultimo; e l’importanza assunta<br />

dall’istituto nel diritto francese (ove la juridiction de référé assorbe oltre il novanta<br />

per cento <strong>del</strong>le controversie civili) costituisce una ragione più che valida<br />

per un’analisi approfondita. A questa analisi è dedicato il libro di Jommi, che,

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