del fascicolo - Cedam

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RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE
Van Uden ha certamente ostacolato il tentativo di enucleare una nozione comunitaria
di provvedimento ex art. 24. Tuttavia, sempre in ambito comunitario,
sussistono ulteriori elementi che possono indurre, pur cautamente, a ritenere
esistente tale nozione.
Uno di essi è costituito da un’altra pronuncia della Corte che, però, a differenza
di quelle analizzate, prende in considerazione la nozione di « misure
provvisorie » contenuta nell’art. 50 dell’accordo Trip’s sugli aspetti dei diritti di
proprietà intellettuale attinenti al commercio (13). Nel caso di specie, la Corte
sancisce l’applicazione della norma comunitaria rispetto ad un provvedimento
caratterizzato da una serie di elementi, analiticamente descritti, fra i quali spicca
il requisito dell’urgenza (14). Questa circostanza rileva particolarmente perché,
a giudizio di chi scrive, la condizione dell’urgenza non solo può accomunare
misure provvisorie e cautelari ma, soprattutto, è perfettamente in linea con la
ratio dell’art. 24: tale requisito può senz’altro costituire un elemento per giustificare
il ricorso al foro esorbitante e l’eventuale rischio di distorsione dei criteri
di competenza stabiliti dalla Convenzione. In tal senso colpisce che né nella
sentenza Reichert né in quella Van Uden la Corte di Giustizia si sia riferita
all’urgenza, anche solo accennandovi (15).
La centralità dell’urgenza, in relazione all’interpretazione dell’art. 24, è,
peraltro, confermata dal fatto che, in sede di modifica della norma, la Commissione
proponeva una definizione comunitaria di provvedimento « provvisorio e
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(13) V. Corte giust., 16 giugno 1998, c. 53/96, Hermés International c. FHT
Marketing, in Racc. 1998, p. 3651. L’art. 50 dell’accordo Trip’s fa riferimento alla
possibilità per l’autorità giudiziaria di ordinare « misure provvisorie immediate ed
efficaci » subordinatamente all’esistenza di alcune condizioni e per il perseguimento
di specifiche finalità. In relazione al nostro tema di indagine, è interessante notare
come fra queste finalità vi sia quella di « preservare elementi di prova pertinenti riguardo
alla presunta violazione »: la richiesta di un provvedimento di istruzione preventiva
potrebbe pertanto legittimamente fondarsi sul disposto di tale norma. Questa
regola, prima valevole solo in ambito europeo rispetto alle materie comunitarizzate,
costituisce oggi diritto interno in materia di diritti di proprietà industriale. Ciò per
effetto del recepimento (tramite il d.lgs. n. 30 del 2005) della Direttiva CE n. 48 del
2004 (c.d. « direttiva enforcement »), il cui art. 9 riproduce il disposto dell’art. 50,
accordo Trip’s.
(14) Cfr. Corte giust., c. 53/96, loc. ult. cit., nel dispositivo. La domanda di rinvio
pregiudiziale riguardava l’inclusione nell’ambito dell’art. 50 dell’accordo Trip’s di un
provvedimento di Kort geding olandese, volto, nel caso di specie, a porre fine a comportamenti
di violazione del diritto d’autore.
(15) Nella sentenza Reichert l’occasione avrebbe potuto essere costituita dalla specificazione
del concetto di misura conservativa, inteso come intrinsecamente connesso ad
una situazione di pericolo. Nella Van Uden, dal fatto che il Kort geding è una misura
provvisoria che richiede l’urgenza come condizione normativa (condizione messa in luce,
come si è visto, dalla Corte nel caso Hermés).