del fascicolo - Cedam

GIURISPRUDENZA 771
zione deterrente anche nei confronti della parte che voglia proporre l’impugnazione
principale la quale, infatti, sa che se impugna la sentenza, anche nell’imminenza
della scadenza dei termini, corre comunque il rischio di subire
l’impugnazione in via incidentale altrui (10).
La disciplina del termine per il ricorso incidentale derivante dalla tesi sostenuta
dalla Suprema Corte è in contrasto con tali principi in quanto la conseguenza
della regola enunciata nella sentenza in commento è che coloro i
quali, pur parzialmente soccombenti in appello, sarebbero disposti ad accettare
l’esito complessivo della controversia, indipendentemente dalla sorte del
ricorso principale, comunque inidoneo a travolgere il capo di sentenza che li
ha visti vincitori, si vedrebbero comunque costretti a proporre immediatamente
il loro ricorso incidentale, per non correre il rischio di ricevere, nell’imminenza
della scadenza del termine per la proposizione del ricorso incidentale,
il ricorso incidentale dell’impugnato principale, idoneo invece a travolgere
detto capo.
Proprio il caso esaminato dalla sentenza che si annota costituisce un valido
banco di prova del ragionamento adesso svolto.
La società Lieta, sin dalla pronuncia della sentenza di appello aveva interesse
ad impugnarla (11) visto che la Corte di appello aveva accolto solo parzialmente
le sue domande. Essa pertanto sin dalla proposizione del ricorso principale
dell’altra società avrebbe potuto proporre il ricorso incidentale. Non si
può tuttavia escludere che l’esito complessivo della vicenda l’avesse comunque
soddisfatta e che quindi la società fosse disposta ad accettare la sentenza stessa
e a non proporre ricorso incidentale. Certo la situazione è cambiata allorquando
il Comune ha promosso ricorso incidentale impugnando anche i capi della sentenza
di appello che avevano visto la società Lieta vittoriosa. È a questo punto
infatti che la società, visto il rischio di un mutamento dell’assetto degli interessi
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gnazione incidentale tardiva, in Foro it. 1996, I, c. 918 ss., spec. c. 945; Id., Garanzia e
processo, II, Milano 2002, p. 591 ss.; E. Grasso, Le impugnazioni incidentali, cit., p. 104
ss.; G. Guarnieri, Le Sezioni Unite non rinunciano ai limiti oggettivi e soggettivi per
l’impugnazione incidentale tardiva, cit., p. 1001; M.T. Latella, L’impugnazione incidentale
tardiva, in Riv. dir. proc. 1994, p. 833 ss.; E.T. Liebman, Arbitrarie limitazioni
all’impugnazione incidentale tardiva, in Riv. dir. proc. 1969, p. 573 ss., spec. p. 575;
F.P. Luiso, Diritto processuale civile, II, 3 a ed., Milano, 2000, p. 329 ss.; C. Mandrioli,
Diritto processuale civile, II, cit., p. 428; M. Orsenigo, Impugnazioni incidentali tardive
e limitazioni oggettive: trent’anni di disorientamenti giurisprudenziali, in Foro it. 1985,
I, c. 1445 ss., spec. c. 1472; S. Satta, C. Punzi, Diritto processuale civile, 13 a ed., Padova
2000, p. 447 nota 67.
(10) A. Chizzini, « Revirement » della giurisprudenza in tema di impugnazioni incidentali
tardive, cit., c. 1141.
(11) Sull’interesse ad impugnare cfr. L. Salvaneschi, L’interesse ad impugnare,
Milano 1990.