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del fascicolo - Cedam

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LE MODIFICHE AL CODICE DI PROCEDURA PENALE ECC. 641<br />

7. – Si diceva che la legge contiene anche due previsioni eccentriche rispetto<br />

alla problematica <strong>del</strong>le impugnazioni. Con la prima viene ridisegnato<br />

l’ambito <strong>del</strong> potere di archiviazione.<br />

Il nuovo testo <strong>del</strong>l’art. 405 c.p.p. prevede che il pubblico ministero debba<br />

formulare richiesta di archiviazione « quando la Corte di cassazione si è pronunciata<br />

in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai sensi<br />

<strong>del</strong>l’art. 273, e non sono stati acquisiti, successivamente, ulteriori elementi a<br />

carico <strong>del</strong>la persona sottoposta alle indagini ».<br />

L’obiettivo sembra trasparente: si vuole evitare che in presenza di una valutazione<br />

negativa sui gravi indizi di colpevolezza dalla parte <strong>del</strong>la cassazione ed in<br />

mancanza di ulteriori elementi a carico il pubblico ministero possa esercitare l’azione<br />

penale, che presupponendo un giudizio prognostico sulla probabilità <strong>del</strong>la<br />

condanna (art. 125 norme att. c.p.p.), contrasterebbe con la constatata insussistenza<br />

degli elementi indiziari. Si tratterebbe, insomma, di una sorta di rimedio preventivo,<br />

che avrebbe l’effetto di alleggerire il carico di lavoro dei giudici <strong>del</strong>l’udienza<br />

preliminare, salvaguardando allo stesso tempo il diritto <strong>del</strong>l’imputato a non essere<br />

inutilmente sottoposto a processo (almeno con riferimento alla celebrazione<br />

<strong>del</strong>l’udienza preliminare) e il principio di ragionevole durata <strong>del</strong> processo.<br />

Sennonché, oltre ad essere applicabile solo nel caso di conferma da parte<br />

<strong>del</strong>la Cassazione di una decisione di merito che esclude la presenza dei gravi<br />

indizi, non convince l’automatismo di questa norma, che configura un criterio<br />

vincolante per il pubblico ministero, e, di rimando, per il giudice in sede di<br />

controllo, in quanto essa presuppone la sovrapponibilità di valutazioni che presentano<br />

invece tra loro differenze sensibili. Infatti, mentre quella sull’esercizio<br />

<strong>del</strong>l’azione è di tipo prognostico, e non è effettuata solo sulla base degli elementi<br />

già in possesso <strong>del</strong> pubblico ministero, ma anche su quanto egli ritiene di<br />

poter acquisire successivamente, quella sui gravi indizi ai fini cautelari si circoscrive<br />

necessariamente al materiale in atti, esibito dal pubblico ministero. Inoltre,<br />

il pubblico ministero è dotato di un potere selettivo in rapporto agli elementi<br />

da sottoporre ai fini <strong>del</strong>la decisione in materia cautelare (art. 291 comma 1°<br />

c.p.p.), mentre le determinazioni inerenti all’esercizio <strong>del</strong>l’azione penale devono<br />

essere prese sulla base di tutto il materiale investigativo. Per contro, la nuova<br />

regola contenuta nell’art. 405 c.p.p. escludendo incongruamente che ai fini<br />

<strong>del</strong>l’esercizio <strong>del</strong>l’azione penale si possa tenere conto degli elementi investigativi<br />

che non siano stati esibiti dall’accusa ai fini cautelari, e che, quindi, non risultino<br />

« sopravvenuti » rispetto alla decisione <strong>del</strong>la Cassazione, sembra prestarsi<br />

a non infondati dubbi di costituzionalità per violazione <strong>del</strong>l’art. 112 Cost.<br />

Più in generale, qui l’archiviazione sembra impropriamente impiegata, dato che<br />

non serve a controllare l’inazione, ma ad impedire l’esercizio <strong>del</strong>l’azione.<br />

8. – Infine, si è voluto specificare che la sentenza di condanna può essere<br />

pronunciata solo se l’imputato « risulta colpevole <strong>del</strong> reato contestatogli al di là<br />

di ogni ragionevole dubbio », riecheggiando l’aurea formula in uso nei paesi di<br />

common law.

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