del fascicolo - Cedam

GIURISPRUDENZA 797
posizione a decreto ingiuntivo sia funzionale e mai derogabile, appare corretto
chiedersi quale possa essere, in definitiva, la soluzione esegetica preferibile.
Cercando di ordinare in un sensato e coerente mosaico le innumerevoli
tessere della dialettica instauratasi tra gli studiosi della materia (4), sembra al
riguardo possibile svolgere alcune considerazioni.
Si ritiene in primo luogo opportuno uscire dall’equivoco per cui necessaria
premessa per la conduzione di un discorso lineare sul punto consista nella
corretta definizione della natura del giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo;
l’enfasi sovente riposta in tale prodromico sforzo di inquadramento concettuale
dell’istituto rischia infatti, come talora è accaduto, di impigrire
l’interprete in una serie di deduzioni “a catena” che risultino in linea con le
basi tracciate, privilegiandosi così la logicità delle proprie argomentazioni rispetto
alle premesse, piuttosto che la cura nell’indagine circa la fondatezza
delle tesi esposte (5).
Osservazioni analoghe, sempre in via preliminare, possono essere altresì
spese per sdrammatizzare la portata dell’ulteriore quesito, spesso dettato da esigenze
di stampo classificatorio ancor prima che pratico, della sussumibilità del
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(4) Almeno fino a pochi anni or sono, peraltro, come sottolineato da Dalmotto, Ritorno
al passato: le Sezioni unite sulla competenza funzionale e quindi inderogabile del
giudice dell’opposizione a decreto ingiuntivo, in Giur. it. 1993, c. 788, il contrasto di
orientamenti, soprattutto in giurisprudenza, meritava di essere definito « diacronico », nel
senso che le diverse concezioni e ricostruzioni non coesistevano tra loro, ma si alternavano
in distinti momenti storici, sicché le Sezioni Unite si trovavano di fronte alla seguente
alternativa: « o coltivare il nuovo o tornare al vecchio », avendo optato poi per la seconda
soluzione.
(5) Volendo distinguere le principali tesi sulla natura del giudizio di opposizione a
decreto ingiuntivo, si deve menzionare innanzitutto la teoria, che va per la maggiore,
della natura impugnatoria di tale procedimento: in tal senso, si vedano Garbagnati, Il
procedimento di ingiunzione, Milano 1991, p. 136 ss.; Tarzia, Opposizione a decreto ingiuntivo
davanti a giudice incompetente, in Giur. it. 1963, c. 120 ss.; Lorenzetti Peserico,
Opposizione a decreto ingiuntivo e competenza, in Riv. dir. civ. 1993, p. 782 ss.; Minotto,
Sugli effetti dell’incompetenza del giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo, in Riv.
dir. proc. 1997, pp. 620-621; Valitutti-De Stefano, op. loc. cit., in posizione opposta, sia
pure con diverse argomentazioni, si riscontra l’orientamento che vede nel detto giudizio
una fase eventuale di cognizione ordinaria che si svolge nelle forme di un qualunque processo
civile di primo grado: così Sciacchitano, voce Ingiunzione (dir. proc. civ.), in Enc.
dir., XXI, Milano 1971, p. 521 ss., ove si dubita però che possa negarsi carattere impugnatorio
all’opposizione tardiva; Franco, op. cit., pp. 378-379; infine vi è chi si colloca in
una posizione intermedia tra le due tesi, riconoscendo nell’opposizione a decreto ingiuntivo
l’esistenza di alcuni profili propri dell’impugnazione ed una struttura invece riconducibile
alle forme del giudizio di primo grado: cfr., ad esempio, Vullo, op. cit., p. 1199;
Corrado, L’efficacia della sentenza di accoglimento dell’opposizione a decreto ingiuntivo,
in Giur. mer. 2003, p. 1681 ss.