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del fascicolo - Cedam

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758<br />

RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE<br />

simo principio, con un deciso revirement rispetto all’indirizzo anteriore, sia<br />

pervenuta ancor prima, in termini non meno univoci, la giurisprudenza amministrativa<br />

(17), ben consapevole <strong>del</strong> fatto che – come mi capitò pure di sostenere<br />

in altra sede (18) – l’atto <strong>del</strong> « rilevare » d’ufficio una questione si estrinseca<br />

necessariamente nell’atto di « indicare » alle parti quanto si sia rilevato, onde<br />

consentire loro di interloquire in merito, prima che il giudice possa su di essa<br />

comunque pronunziarsi.<br />

Ora, laddove lo si legga « in positivo », il divieto di pronunzia <strong>del</strong>le c.d.<br />

« sentenze a sorpresa », basate come si diceva sull’opzione <strong>del</strong> giudice per una<br />

« terza via » (comunque diversa da quella che ciascuna <strong>del</strong>le parti ebbe a tracciare<br />

in contraddittorio con l’altra), si traduce – in alcuni sistemi di civil law a<br />

noi particolarmente vicini (19) – in un preciso dovere <strong>del</strong> giudice (la cui inosservanza<br />

è deducibile, in quanto tale, come vizio in procedendo <strong>del</strong>la sentenza,<br />

nei giudizi di gravame) di provocare preventivamente il contraddittorio pieno<br />

<strong>del</strong>le parti su ogni questione, di fatto o di diritto, avente incidenza decisoria, che<br />

egli ritenga di rilevare d’ufficio, riservandosi poi di porla a fondamento <strong>del</strong>la<br />

successiva sua pronunzia. Ne è un ovvio corollario – quando il rilievo d’ufficio<br />

avvenga per la prima volta nel momento in cui viene <strong>del</strong>iberata la sentenza (20)<br />

––––––––––––<br />

caso di formalismo <strong>del</strong>le garanzie?, e in Giust. civ. 2002, I, 1611-1612, con nota di F.P.<br />

Luiso, Questione rilevata di ufficio e contraddittoria: una sentenza « rivoluzionaria<br />

»?, 1612.<br />

(17) Cfr. Cons. Stato, Ad. Plen., 24 gennaio 2000, n. 1, in Foro it. 2000, III, 305-<br />

308, sp. 307, con nota di A. Travi. Se ne riveda anche la massima: « Il giudice amministrativo,<br />

prima di decidere una questione rilevata d’ufficio, deve indicarla alle parti, per<br />

consentirne la trattazione, in attuazione <strong>del</strong> principio <strong>del</strong> contraddittorio (nella specie, il<br />

Consiglio di Stato, prima di rilevare d’ufficio l’irricevibilità <strong>del</strong>l’appello, aveva indicato<br />

in udienza la relativa questione ed aveva assegnato alle parti un termine per presentare<br />

memorie in proposito) ».<br />

(18) In Le garanzie costituzionali, cit., p. 74.<br />

(19) Nel sistema processuale francese <strong>del</strong> 1975, cfr. l’art. 16 (« Le juge doit, en<br />

toutes circonstances, faire observer et observer lui-même le principe de la<br />

contradiction. – Il ne peut retenir, dans sa décision, les moyens, les explications et les<br />

documents invoqués ou produits par les parties que si celles-ci ont été à même d’en<br />

débattre contradictoirement. – Il ne peut fonder sa décision sur les moyens de droit<br />

qu’il a relevés d’office sans avoir au préalable invité les parties à présenter leurs<br />

observations. »).<br />

Previsioni analoghe, che qui per brevità si omettono, si trovano altresì: da un lato,<br />

nel § 139, commi 2°-3°-4°, <strong>del</strong>la ZPO tedesca, dopo le riforme <strong>del</strong> 2001-2002; dall’altro,<br />

nel nuovo § 182a <strong>del</strong>la ZPO austriaca, dopo le Riforme <strong>del</strong> 2002 (sul punto, A. Henke,<br />

Prime osservazioni sulla riforma <strong>del</strong> diritto processuale civile austriaco, in Riv. dir.<br />

proc. 2003, pp. 815-836, sp. pp. 818-819).<br />

(20) Come parrebbe lasciare trasparire, nella versione d’origine, tuttora invariata,<br />

l’art. 276, comma 2°, c.p.c., ove si afferma che « il collegio, sotto la direzione <strong>del</strong> presi-

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