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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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DI<strong>RI</strong>TTO, II<br />

Giacomo B. Contri<br />

1. Il men-dato di partenza rende possibile il diritto <strong>del</strong>la legge<br />

di natura<br />

La distinzione fra due diritti ha come sua condizione la<br />

preesistenza di un errore. Un solo diritto – la legge giuridica di<br />

natura, la nostra clessidra – non basta: ha bisogno di un compagno<br />

che è l’altro diritto. 136<br />

Per una sola ragione si dà possibilità (non: necessità) che in<br />

ciascuno si formuli la legge di moto – di movimento dei nostri<br />

corpi – che abbiamo chiamato «di natura»: nel neonato, a partire<br />

dal neonato non c’è abbastanza natura. Partiamo da «poca natura»,<br />

da «non abbastanza natura» perché non ci sono istinti ovvero leggi<br />

che l’essere umano ritrovi già fatte. Mentre le api – quanto alla<br />

legge <strong>del</strong> moto dei propri corpi – vivono comode, non pensano e<br />

incominciano subito a fare il loro lavoro, il nascere umano è<br />

nascere a «poca natura», a «meno natura».<br />

Il dato di partenza è un men-dato, è un dato in meno: non<br />

partiamo da leggi di moto già poste nella natura <strong>del</strong> nostro corpo.<br />

Stando così le cose, o si sta senza legge – e si chiama morte 137 – o<br />

bisogna arrangiarsi e inventarsela: si fa di non-necessità virtù.<br />

Un istinto è necessità. Noi partiamo da un meno di necessità<br />

ossia dall’assenza di leggi causali che all’ape o al gattino dicono<br />

che «si fa così». Il gattino ha abbastanza istinto: appena nato va<br />

subito a succhiare. Non è il caso <strong>del</strong> bambino, nel quale l’offerta<br />

136 Ogni volta che parliamo <strong>del</strong>la legge come la proponiamo, stiamo già parlando di<br />

diritto. Rifiutiamo ogni distinzione fra questa legge giuridica e la morale, in particolare<br />

rifiutiamo la distinzione kantiana secondo cui la morale precede il diritto e lo introduce.<br />

137 La morte è l’assenza <strong>del</strong>la legge di moto. Studiare anatomia umana normale<br />

significa studiare il corpo dal punto di vista <strong>del</strong>la sua morte.

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