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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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232<br />

«Università». Ri-capitolare<br />

il bene. 290 Nell’ambizione il soggetto è critico per distinguere le<br />

fonti <strong>del</strong> beneficio.<br />

«L’obbedienza non è più una virtù», «L’ambizione non è mai<br />

stata una virtù»: sono frequenti luoghi comuni. Ho colto il nesso<br />

fra ambizione e obbedienza in un articolo di Giacomo B. Contri:<br />

L’ambizione è l’etica <strong>del</strong>la felicità (ma meglio: la morale è<br />

l’ambizione <strong>del</strong>la felicità), <strong>del</strong>l’abitare bene. L’obbedienza è la<br />

decisione di non recedere dall’ambizione, cioè desiderio <strong>del</strong>la<br />

felicità. 291<br />

L’obbedienza è quindi virtù politica e insieme virtù critica che<br />

comporta il giudizio su chi seguire. Così come ne parliamo, è<br />

anche obbedienza alla forma data, perché non si può fare che non<br />

sia fatto ciò che è stato fatto: l’obbedienza alla legge <strong>del</strong> corpo<br />

comporta la capacità di riconoscere il corpo, ovvero di ricevere il<br />

bene e di concepire il bene come facoltà di riceverlo. Anche<br />

secondo Tommaso i corpi hanno una potentia evidentialis, ossia<br />

una forma che accade, un po’ come dire: «Prendere la realtà per il<br />

verso giusto»; obbedienza all’ambito dato e all’altro dato.<br />

L’ambizioso non si muove per automatismi e neanche per<br />

oggettivismo, ma vive in funzione di una eccitazione, di una<br />

chiamata, <strong>del</strong>l’iniziativa di un altro. Ha funzioni differenziate e<br />

illimitate, non preordinate. La funzione è la possibilità di rapporto<br />

<strong>del</strong> corpo con l’universo.<br />

L’ambizioso è dentro una prospettiva illimitata e quindi vive la<br />

dimensione reale dei propri desideri senza dettare all’altro ciò che<br />

può o non può fare.<br />

290<br />

L’umiltà è come la piazza: l’humus, il terreno dove può incedere liberamente<br />

questo corpo.<br />

291<br />

GIACOMO B. CONT<strong>RI</strong>, Ambizione e obbedienza, in «Il Sabato», 2 ottobre 1993; ora<br />

in Sanvoltaire, Guaraldi, Rimini 1994, pp. 240-243.

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