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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Conversazione 281<br />

pensiero. 358 In questa tesi è facile individuare quella teoria<br />

largamente circolante sul mercato, secondo cui il pensiero, come<br />

Sisifo, deve compiere il dovere – continuamente mancato e<br />

continuamente riproposto anche all’adulto – di staccarsi dalla<br />

fusione originaria in vista di una separazione mai raggiunta né<br />

raggiungibile, e che tuttavia impone di arrendersi alla necessità di<br />

operare questa separazione, condizione che farebbe <strong>del</strong> soggetto<br />

umano un essere strutturalmente dilaniato in se stesso e dunque<br />

malato. Pertanto l’angoscia di separazione era la chiave di lettura<br />

non solo <strong>del</strong> disturbo, ma addirittura di qualcosa di così normale,<br />

di così essenziale, come è l’attività <strong>del</strong> pensiero.<br />

Il nostro lavoro ci porta invece ad affermare che il potente<br />

movente <strong>del</strong> pensiero <strong>del</strong> soggetto è la sua esigenza di ripetere<br />

l’esperienza <strong>del</strong>la soddisfazione e dunque la ricerca <strong>del</strong>le<br />

condizioni legali in cui si possa costruire una relazione che<br />

permetta di ripetere tale esperienza. Questa è l’offerta che, con<br />

Freud, noi sosteniamo sul mercato.<br />

Esposta la propria tesi, la persona che teneva la conferenza fece<br />

quindi una constatazione che avrebbe subito potuto introdurre un<br />

elemento di correzione rispetto alla tesi stessa ovvero riportò il<br />

dato interessante e a suo avviso inesplicabile, tratto dalla<br />

letteratura specifica, secondo cui l’incidenza dei disturbi di<br />

angoscia di separazione avrebbe subito un’impennata negli ultimi<br />

due lustri. Per introdurre la mia interpretazione di questo dato,<br />

premetto una semplice osservazione: tutte le volte che ho<br />

incontrato bambini che presentavano questo problema, mi è<br />

sempre sembrato che originariamente non fosse il bambino a<br />

soffrire per l’angoscia di separazione, ma che quel bambino fosse<br />

tale perché ostaggio di un genitore portatore <strong>del</strong> pensiero che la<br />

separazione sia traumatica per il bambino. Clinicamente si tratta<br />

dunque di un’angoscia indotta da un pensiero – o più<br />

358 Prima è stata posta la questione su che cosa avviene quando il bambino<br />

incomincia a parlare, ma c’è un’altra questione altrettanto interessante: che cosa fa<br />

iniziare il pensiero?

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