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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Conversazione 283<br />

innanzitutto come atto di giudizio e pertanto come atto individuale;<br />

tale riconoscimento eliminerebbe la necessità di distinguere tra<br />

pensiero (formazione <strong>del</strong> pensiero) e atto, perché il pensiero è già<br />

atto ed è sempre e solo atto. 359<br />

Nella conclusione cognitivista, secondo cui il bambino non<br />

compie atti intenzionali, la posta in gioco è la negazione che l’atto<br />

è individuale, solo individuale. Si tratta <strong>del</strong> fondamento di un<br />

progetto politico, perché – postulando una fase nella vita in cui non<br />

esistono atti intenzionali – si giustifica successivamente qualsiasi<br />

trattamento <strong>del</strong>l’individuo. Questi assetti psicologici che si<br />

vogliono contrabbandare come autonomi, in realtà sono portatori<br />

di un progetto che sta altrove: la storia <strong>del</strong> pensiero cerca di<br />

costruire un ordine sociale e una elaborazione etica al di fuori <strong>del</strong><br />

campo giuridico costituito dalla facoltà, già <strong>del</strong> bambino, di<br />

compiere atti.<br />

Giacomo B. Contri<br />

L’angoscia di separazione esiste solo nei riguardi di<br />

quell’adulto che mi ha fatto ammalare e verso il quale vi è<br />

fissazione. 360 Ho potuto osservare il caso di una bambina piccola<br />

in braccio alla mamma; il papà arriva e la prende in braccio. La<br />

bambina allora si butta tutta verso la madre; il padre<br />

359 Quando si sogna, si sognano degli atti. Fino a un certo punto ho pensato che si<br />

trattasse di un difetto <strong>del</strong> pensiero che si compie quando si dorme. In realtà, di giorno<br />

posso aver pensato: «Vorrei fare questa cosa», mentre di notte sogno di farla. Quindi, in<br />

realtà non c’è che atto.<br />

360 Pertinentemente a questo tema, MA<strong>RI</strong>A GRAZIA MONOPOLI riferisce una propria<br />

osservazione: «In una classe di terza elementare c’è un bambino che fin dall’inizio<br />

<strong>del</strong>l’anno ha un comportamento oppositivo. Un giorno viene proposto il gioco chiamato<br />

«i desideri nel cappello», che consiste nello scrivere su di un foglietto un proprio<br />

desiderio. Mentre la maggior parte dei bambini esprime il desiderio di fare viaggi o altro,<br />

lui scrive: «Io desidero stare sempre con mamma e papà». È proprio vero che i bambini<br />

che all’improvviso si mettono a fare i matti dimostrano il problema <strong>del</strong>l’adulto che non<br />

può sopportare di lasciarlo. Nel caso di un altro bambino che aveva presentato lo stesso<br />

tipo di comportamento si rivelò giusta la decisione di suggerire alla madre di iniziare una<br />

cura».

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