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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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<strong>Pensiero</strong> 17<br />

al suo appagamento. Questa posizione teorica corrisponde alla<br />

patologia.<br />

Al contrario, il pensiero – lo diciamo a partire da Freud – inizia<br />

allorché la soddisfazione <strong>del</strong> bisogno (ossia il bisogno) diventa una<br />

questione che sollecita il soggetto a cercare <strong>del</strong>le soluzioni. Ciò<br />

avviene fin dal momento in cui il bambino si pronuncia pensante<br />

dicendo «Io». Il pensiero è uno e individuale, non ha oggetti<br />

specifici, mentre semmai ha cura degli oggetti: il pensiero pensante<br />

è il pensiero che ci pensa, pensa alla realtà esterna in quanto<br />

trasformabile in beneficio. Il pensiero diviene attivo quando,<br />

eliminata la distinzione interiore-esteriore, si occupa solo di ciò<br />

che è esterno e reale.<br />

Heidegger arriverà a definire l’angoscia come situazione in cui<br />

si mostra la serietà <strong>del</strong>l’uomo, in cui l’uomo scopre la possibilità<br />

<strong>del</strong>l’impossibile, che – nella sua concezione – ha da essere<br />

constatato e basta. In lui rimane la limitazione, di cui abbiamo<br />

parlato, in base alla quale il moto <strong>del</strong>l’uomo, cioè il soggetto, è<br />

posto come diviso.<br />

2. La normalità come pensiero originale posto dal soggetto<br />

Per Freud il pensiero è da riprendere all’origine: 31 si tratta di<br />

cogliere che l’origine <strong>del</strong> pensiero c’è ed è posta. Dove è posta?<br />

Nell’individuo e dall’individuo. Lo si nota, per lo meno, nel sogno.<br />

Occorre dunque andare là dove c’è pensiero (competenza).<br />

Solo a partire da Freud è possibile notare la distinzione tra<br />

normalità e patologia, e non semplicemente in merito a casi<br />

particolari, ma rispetto ai massimi sistemi: che cosa avviene <strong>del</strong><br />

pensiero nella normalità, nella patologia e nella guarigione?<br />

L’uomo non nasce malato, il pensiero inizia come pensiero<br />

normale, vale a dire come pensiero <strong>del</strong> proprio beneficio, o<br />

pensiero <strong>del</strong> rapporto. Pertanto si può dire che il pensiero è<br />

giuridico (rapporto) ed economico (beneficio) e che «rapporto» e<br />

31 È quanto abbiamo fatto, facendo anzi compiere un passo avanti allo stesso Freud.

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