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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Psicopatologia - Psicologia 55<br />

moti soggettivi apparentemente normali in quanto asintomatici), 99<br />

congiuntamente alla ricostruzione <strong>del</strong>la «legge di natura» fondante<br />

il movimento <strong>del</strong> soggetto normale (e dunque la sua psicologia),<br />

costituirono i due fattori che permisero l’ingente risultato di<br />

rendere possibile la classificazione di ciascuna <strong>del</strong>le molteplici<br />

psicologie a partire dal requisito di normalità o dagli specifici<br />

caratteri di patologia propri di ciascuna di esse. Il criterio per<br />

orientarsi nella molteplicità <strong>del</strong>le offerte legali rappresentate dalle<br />

varie psicologie (ciò che è stato indicato con la formula «le<br />

psicologie») venne dunque introdotto con la distinzione tra legge<br />

di natura e psicopatologia non-clinica. Se dunque il<br />

riconoscimento <strong>del</strong>la pluralità di psicologie – che vanno per strade<br />

diverse – è ciò che ha portato alla prima affermazione, la scoperta<br />

<strong>del</strong>la psicopatologia non-clinica ha permesso di dare nome e<br />

cognome a queste «le» psicologie: la distinzione tra legge di natura<br />

(psicologia normale) e psicopatologia precisa la distinzione<br />

esistente tra le psicologie, nel senso che individua ogni psicologia<br />

che non sia obbediente alla legge di natura (legge <strong>del</strong> padre) come<br />

psicologia psicopatologica.<br />

Il risultato di una visione come questa consiste nel<br />

riconoscimento <strong>del</strong>lo statuto di psicologia anche per quelle leggi di<br />

moto che, pur essendo patologiche, non sono meno efficaci nel<br />

determinare il moto soggettivo, senza per questo attribuire loro una<br />

«patente» di normalità, di cui beneficerebbero grazie alla veste<br />

asintomatica.<br />

99 La distinzione tra psicopatologia clinica e non-clinica costituì il criterio in base al<br />

quale GIACOMO B. CONT<strong>RI</strong> – nel succitato Corso <strong>del</strong>l’Istituto Il Lavoro Psicoanalitico nel<br />

1991-92 – propose di riorganizzare l’intero campo psicopatologico, osservando che la<br />

presenza di formazioni sintomatiche rende facilmente riconoscibile la psicopatologia<br />

clinica, mentre tali formazioni, tendendo a farsi silenti nella psicopatologia non-clinica,<br />

rendono possibile il disconoscimento militante <strong>del</strong> suo carattere patologico, che giunge<br />

addirittura a proporsi come «neo-norma».

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