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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Per finire 243<br />

conoscere una forma. 313 Un rapporto (che è tale in quanto è<br />

giuridico) comporta lo scambio: conferire potere per ricevere<br />

volere, dare soddisfazione per ricevere godimento.<br />

Obbedienza e dipendenza<br />

L’incertezza di secoli e secoli di pensiero sulla distinzione fra<br />

uti e frui è derivata dall’averli sempre concepiti all’interno di un<br />

usus. Niente affatto, la distinzione fra uti e frui esprime la<br />

divisione <strong>del</strong> lavoro fra soggetto e altro: uti è la freccia γ e frui è la<br />

freccia δ.<br />

Ecco perché non ha alcun senso – e a ragione parliamo di Aldilà<br />

come ne parliamo – l’idea moralistica per cui l’uti, l’usare, è su<br />

questa terra, mentre per il godere occorre ripassare un’altra volta,<br />

nell’Aldilà. La normalità consiste nell’attuale divisione <strong>del</strong> lavoro,<br />

hic et nunc. La virtù <strong>del</strong>la modestia o <strong>del</strong>l’umiltà sta nel far<br />

consistere il rapporto in questa divisione <strong>del</strong> lavoro. Già la nevrosi<br />

è un primo rifiuto di questa divisione, ma le patologie più gravi lo<br />

sono in quanto si oppongono alla possibilità <strong>del</strong>la ricostituzione di<br />

questa divisione <strong>del</strong> lavoro, militantemente tenaci a mantenere il<br />

rifiuto.<br />

Parole come «obbedienza» o «dipendenza» vanno a rotoli, se<br />

private di una parte. Il teorema <strong>del</strong>la riduzione <strong>del</strong>l’obbedienza<br />

all’obbedienza all’altro e <strong>del</strong>la dipendenza alla dipendenza<br />

dall’altro è il nazismo. Qual è allora l’altra obbedienza, o<br />

dipendenza, tale per cui c’è anche obbedienza e dipendenza<br />

lucrativa? È l’obbedienza, o dipendenza, a ciò che ho posto io, anzi<br />

a ciò che ho pensato io, perché ciò che ho pensato io fa memoria. Il<br />

pensiero va tutto in memoria: il mio lapsus di oggi pomeriggio<br />

dipenderà da una frase falsa o da un pensiero falso di questa<br />

mattina. Bravo Freud che in L’Io e l’Es − precisamente nel<br />

capitolo intitolato I rapporti di dipendenza <strong>del</strong>l’Io − definisce l’Io<br />

313<br />

Questo non esiste in Lutero. In lui si rintraccia benissimo la volontà, ma niente<br />

affatto verso un altro soggetto.

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