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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Conversazione 339<br />

È bene non impasticciarsi troppo con la parola «imperativo»: la<br />

coazione è sicuramente imperativa, ma non viene né dal comando<br />

né dalla volontà di nessuno. È il paranoico a cercare, più o meno<br />

disperatamente, di inventarsi una volontà: «Qualcuno mi<br />

perseguita». Il suo carattere patetico sta nel doversi <strong>del</strong>irare una<br />

volontà che non esiste, allorché è invece presente una coazione<br />

super-imperativa cui deve obbedire ancora più che al<br />

generalissimo (in guerra poi, si obbedisce molto di più al caporale<br />

che al generalissimo). L’imperativo <strong>del</strong>la coazione non ha nulla a<br />

che vedere con qualsiasi altro imperativo.<br />

Oggi, nel diritto comune <strong>del</strong>lo Stato, l’imperativo è<br />

indubbiamente presente: è imperativo che il giudice emetta la<br />

sentenza; 438 mentre il diritto in generale non lo è per nulla: a<br />

nessuno è comandato di stipulare un contratto; di più: il diritto non<br />

comanda di servirsi <strong>del</strong> diritto, starà alle mie condizioni di vita o a<br />

certe necessità ricorrervi.<br />

Raffaella Colombo<br />

Trattando l’imperativo come hai trattato la norma – non ci sono<br />

norme giuste e norme ingiuste – va bene concedere che ci siano<br />

due tipi di imperativi, uno dei quali è patologico?<br />

Non sappiamo proprio tenere conto dei nostri pensieri <strong>del</strong>l’infanzia. Il bambino pensa e<br />

pensa bene, sempre; tornando agli «atti e pensieri impuri», il pensiero <strong>del</strong> bambino è<br />

puro. Inizia l’impurità allorché inizia a vivere meno come pensiero. Non a caso<br />

riconosciamo l’inizio <strong>del</strong>la patologia nell’inibizione <strong>del</strong> pensiero. Dato poi che il<br />

pensiero resta e continua a lavorare, la patologia sarà un’elaborazione <strong>del</strong>l’impurità non<br />

di partenza, ma di ri-partenza. Allorché nella psicopatologia l’inibizione <strong>del</strong> pensiero<br />

diviene nuovo punto di partenza, siamo nella perversione, che teorizza addirittura l’inizio<br />

<strong>del</strong>la patologia come il principio: in principio era… La perversione è proprio la<br />

riformulazione <strong>del</strong>le parole di san Giovanni: In principio erat la propria patologia, ossia<br />

una inibizione <strong>del</strong> pensiero fino all’asserzione che non c’è stato un primo pensiero e che<br />

non c’è stata mai una prima norma di soddisfazione.<br />

438 Diversamente dall’antico diritto romano, in cui al giudice, in mancanza di<br />

elementi di giudizio, era data facoltà di concludere il processo con la formula <strong>del</strong> non<br />

liquet: la causa non è scioglibile.

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