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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Psicopatologia - Psicologia 69<br />

difensore <strong>del</strong>l’imputato perché convalidasse con la sua autorità le<br />

tesi <strong>del</strong>la perizia, affermò che<br />

di lì [vale a dire: dall’esistenza di un conflitto nella relazione,<br />

a cui egli stesso aveva dato il nome di «complesso edipico»,<br />

nota mia] a causare un’azione di quel genere di strada ne corre<br />

davvero molta 114<br />

e che, proprio in ragione <strong>del</strong>l’onnipresenza <strong>del</strong> tema edipico,<br />

non può essere ascritta a esso la responsabilità di, pur sempre, uno<br />

dei possibili svolgimenti di questo tema. Altrimenti – e qui Freud<br />

cita un noto Witz – avverrebbe come in quel caso in cui,<br />

dopo una rapina, viene condannato un uomo in possesso di<br />

un grimal<strong>del</strong>lo. Dopo il verdetto, alla domanda se ha qualcosa<br />

da dichiarare, egli risponde di voler essere punito anche per<br />

adulterio, perché porta con sé l’arnese relativo. 115<br />

Questa battuta umoristica fornisce la migliore illustrazione <strong>del</strong>la<br />

nostra asserzione che la vita psichica è vita giuridica ovvero parte<br />

dall’imputabilità, perché mostra che è l’imputabilità a far «partire»<br />

il pensiero. Infatti cogliamo il pensiero stesso, l’atto di pensiero,<br />

solo in quanto già elaborato dal soggetto; non lo cogliamo come<br />

materia grezza, archetipo presente nella mente senza che sia stato<br />

prodotto dal lavoro <strong>del</strong> soggetto – il termine freudiano è<br />

«elaborazione» –, ma non solo perché in questo stato grezzo non<br />

sarebbe coglibile e dicibile (ineffabile), bensì proprio perché esso<br />

non si dà. Non esiste il pensiero edipico (a prescindere dal fatto<br />

che noi ora si consideri questo pensiero un buon pensiero o un<br />

cattivo pensiero) al di fuori <strong>del</strong> soggetto che lo pensa: esso prende<br />

forma nell’atto stesso in cui il soggetto si fa imputabile nei<br />

confronti <strong>del</strong>l’altro assunto come meta di questo pensiero, ovvero<br />

stabilisce nel proprio foro interno il fondamento, la direzione, la<br />

114 S. FREUD, 1930, La perizia <strong>del</strong>la facoltà medica nel processo Halsmann, in<br />

Opere, Boringhieri, Torino 1979, vol. XI, p. 48.<br />

115 Ivi, p. 48.

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