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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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138<br />

«Università». Ri-capitolare<br />

<strong>del</strong>l’esposizione di Socrate, a partire dalla definizione di Eros<br />

come tendenza al bene e al bello, sta nell’affermazione che Eros è<br />

il motore di un processo ascensionale che conduce a quel bene che<br />

è il compimento <strong>del</strong> bello in sé, non contaminato dai perturbamenti<br />

che si trovano in quelle repliche <strong>del</strong> bello e <strong>del</strong>la bellezza che sono<br />

le singole cose belle.<br />

Tuttavia proprio le singole cose belle sono i gradini di questo<br />

tragitto. Tanto più una cosa è bella, cioè tanto più imita il bello in<br />

sé e gli è prossima, tanto meno è ridondante rispetto al bello in sé,<br />

tanto meno cioè è carica di determinazioni non pertinenti al bello<br />

in sé. Esse sono gerarchizzate secondo una disposizione ordinata,<br />

che va dalle cose la cui bellezza è un pallido riflesso <strong>del</strong> bello in<br />

sé, fino a quel culmine che non è più una cosa, ma appunto la<br />

bellezza in sé. Eros, in quanto desiderio amoroso <strong>del</strong> bello,<br />

conduce dunque l’anima attraverso i livelli intermedi <strong>del</strong>la<br />

bellezza: dal godimento <strong>del</strong>la bellezza dei corpi a quella <strong>del</strong>la<br />

stessa anima, a quella <strong>del</strong>le azioni belle degli uomini<br />

(essenzialmente le istituzioni e le leggi), fino alla visione <strong>del</strong>la<br />

bellezza <strong>del</strong>la scienza, superiore a tutte le precedenti e fino alla<br />

contemplazione <strong>del</strong> bello in sé e al suo possesso compiuto.<br />

Come fa notare Vincenzo Di Benedetto, un commentatore <strong>del</strong><br />

Simposio, 185 quanto più l’anima procede nell’ascensione guidata da<br />

Eros, tanto più muta il lessico di Platone: vengono scemando<br />

termini che indicano l’amore, il desiderio amoroso e i suoi affetti e<br />

prendono il sopravvento sostantivi e verbi che indicano il<br />

«vedere», il contemplare. Singolarmente, quanto più Eros sospinge<br />

l’anima verso l’alto, tanto più Eros si impoverisce, tanto più scema<br />

l’uso <strong>del</strong> termine Eros o dei termini linguisticamente affini e tanto<br />

più si affievolisce lo slancio amoroso attivo <strong>del</strong>l’anima.<br />

Procedendo nel percorso, di contemplazione in contemplazione,<br />

l’anima viene sempre più de-erotizzata, attratta soltanto<br />

dall’oggetto <strong>del</strong>la pura contemplazione che si dà nella pura<br />

1988.<br />

185 Cfr.: PLATONE, Simposio, Introduzione di Vincenzo Di Benedetto, BUR, Milano

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