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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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<strong>Pensiero</strong> 15<br />

Dire che non c’è pensiero vale sia per la patologia individuale<br />

(che corrisponde all’angoscia, che è segnale di non pensiero) sia<br />

per la storia <strong>del</strong> pensiero (dal momento in cui essa ha deviato dal<br />

pensiero, se ne è allontanata).<br />

Che cosa vuol dire pensare? Si tratta di ripensare il tutto: 26 il<br />

pensiero è il pensiero pensante, il pensiero individuale, posto dal<br />

soggetto, dall’individuo. Dunque, non c’è scienza <strong>del</strong> pensiero. 27<br />

Non si tratta di dimostrare il pensiero, ma di averlo: che sia attivo,<br />

che operi. Si può avere il pensiero e non esercitarlo: è l’inibizione.<br />

O si può avere il pensiero e non saperlo difendere ed è la<br />

condizione <strong>del</strong> bambino: ha il pensiero, l’ha posto, compiuto e<br />

maturo, ma non è in grado di difenderlo. 28<br />

Dice Heidegger: è talmente vero che non c’è pensiero, che non<br />

si sa neanche cosa voglia dire pensare. Avvaloro questa<br />

affermazione, constatando che oggi l’uomo non è aiutato a<br />

pensare, né dalla storia né individualmente. Secondo Heidegger<br />

l’uomo non pensa perché, soprattutto oggi, tende a ciò di cui ha<br />

bisogno, mentre, per pensare, occorre limitarsi all’essenziale.<br />

Questo «limitarsi all’essenziale» è una libera decisione <strong>del</strong>l’uomo<br />

per ciò che non è indispensabile, per ciò di cui si potrebbe fare a<br />

meno. L’uomo che, liberamente, si limita a ciò di cui si può fare a<br />

meno è l’uomo che pensa. Invece l’uomo che si occupa di ciò di<br />

cui non si può fare a meno (i bisogni) rimane in uno stato di falsa<br />

libertà, cioè in un campo falsamente libero, fatto di interessi e<br />

bisogni, che non compiono l’inquietitudine che producono e che lo<br />

spingono al progresso.<br />

Heidegger trova questa condizione nella divisione <strong>del</strong> sapere in<br />

discipline. Egli afferma che l’università non è il luogo <strong>del</strong> pensiero<br />

e che le discipline non hanno pensiero: il pensiero è altrove, è il<br />

pensiero <strong>del</strong> fondamento, pensiero originale. Heidegger colloca<br />

26<br />

Ciò si ricollega al tema università.<br />

27<br />

Ripeto quello che Giacomo B. Contri ha già detto: non ci sono leggi <strong>del</strong> pensiero.<br />

28<br />

Vedremo più avanti come la difesa <strong>del</strong> pensiero corrisponda alla novità <strong>del</strong>la<br />

guarigione.

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