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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Il principio di profitto come principio universale 179<br />

per mitigarla e correggerla. L’idea <strong>del</strong> principio di piacere come<br />

principio di dominio ci introduce nella patologia. Si è nella<br />

patologia nella misura in cui c’è poca economia.<br />

Parte integrante di quella relazione era anche la tesi che la<br />

decisione freudiana di considerare il principio di piacere come<br />

principio giusto − e pacifico, in quanto normativo, individuale −<br />

<strong>del</strong>l’agire come agire economico, non possa essere apprezzata in<br />

tutto il suo risalto se non a patto di considerarla nel contesto di un<br />

dibattito fra teorie economiche che – qualche anno prima che<br />

Freud raggiungesse la maturità intellettuale – si erano contese il<br />

campo, con la vittoria di una <strong>del</strong>le due. Diciamo, in breve, che la<br />

scelta operata da Freud si pone nel contesto <strong>del</strong> dibattito tra la<br />

teoria classica e la teoria neoclassica <strong>del</strong>l’economia.<br />

La teoria classica, che ha i suoi autori principali in Adam Smith,<br />

David Ricardo, Thomas Malthus e Karl Marx, domina grosso<br />

modo dalla seconda metà <strong>del</strong> Settecento alla prima metà<br />

<strong>del</strong>l’Ottocento; la teoria neoclassica si afferma invece negli ultimi<br />

decenni <strong>del</strong>l’Ottocento, ma si può dire che nel suo asse<br />

fondamentale guidi a tutt’oggi la teoria economica. Si tratta di due<br />

teorie, ciascuna <strong>del</strong>le quali, in ultima analisi, corrisponde a<br />

un’opzione che, nel caso <strong>del</strong>la teoria classica, sarà l’opzione per il<br />

principio di piacere (o di profitto) come principio <strong>del</strong>l’agire<br />

economico, mentre nel caso <strong>del</strong>la teoria neoclassica, sarà l’opzione<br />

per il principio di piacere come principio di equilibrio.<br />

In Marx, che raccoglie e tira le conseguenze <strong>del</strong>la teoria<br />

classica, interessa qui vedere colui che mette in luce, fino a fare<br />

praticamente esplodere l’ordine sociale, qualcosa che fino a quel<br />

momento era rimasto in ombra e che la cosiddetta rivoluzione<br />

industriale, ossia l’affermazione <strong>del</strong> modo di produzione dominato<br />

dal capitale industriale, permette di vedere con chiarezza: è<br />

sfruttando, appropriandosi <strong>del</strong> lavoro di un altro che ci si<br />

arricchisce. La tradizione di pensiero in cui si è formato Marx è<br />

tale, tuttavia, da non permettergli di porre il rapporto fra capitalista<br />

e lavoratore altro che in termini antagonistici: da una parte ci sono

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