03.06.2013 Views

«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

172<br />

«Università». Ri-capitolare<br />

allargata fino a comprendere in sé tutta la norma, ricaviamo che le<br />

due Città non sono pensabili come due entità che viaggino su<br />

binari paralleli separate da un confine. Quando affermiamo che<br />

l’errore sarà sempre con noi e che il diritto statuale va riconosciuto<br />

(per qualche ragione connessa all’errore) come un aiuto dato<br />

all’uomo, stiamo ponendo in realtà i termini che introducono una<br />

nuova questione: ci deve essere un punto di passaggio – che<br />

dipende dal fatto che l’errore ci sarà sempre – che rende necessario<br />

questo aiuto, perché il diritto statuale (stiamo sempre parlando di<br />

diritto positivo) è un aiuto che l’uomo si è dato da sé. La chiave<br />

finora meglio <strong>del</strong>ineata a questo proposito è il commento di<br />

Giacomo Contri alla frase «per amore o per forza», in cui ha<br />

affermato come legittimo l’uso <strong>del</strong>la forza da parte <strong>del</strong> diritto <strong>del</strong>lo<br />

Stato. Come porre dunque la questione economica perché sia<br />

trattata in maniera analoga?<br />

Prima di avanzare la mia ipotesi, richiamo ulteriori aspetti di<br />

chiarimento: la norma <strong>del</strong>la clessidra può includere i moti che<br />

consentono lo scambio commerciale, ma non è una norma di<br />

scambio. Abbiamo detto e ascoltato recentemente che il guadagno<br />

è un surplus che al termine <strong>del</strong> moto, grazie alla valorizzazione <strong>del</strong><br />

lavoro <strong>del</strong>l’altro, crea qualcosa che all’inizio non c’era. 225<br />

Bisogna chiedersi quale sia la norma di guadagno che fa<br />

decadere la necessità di pareggiare domanda-offerta. Per essere<br />

liberi da questa necessità occorre che la norma di soddisfazione –<br />

225<br />

[Si veda in questo volume la lezione <strong>del</strong> 25 novembre 1995 svolta da Giacomo B.<br />

Contri sul lemma Diritto, I].<br />

Di Lacan già colpiva il fatto che egli definisse il plusvalore di Marx come caso<br />

particolare di plus-godimento. Per noi «godimento» assume un connotato diverso: il<br />

plusvalore può essere sì un caso di godimento, ma non esiste un plus-godimento. Se<br />

Marx ha ragione sul concetto di plusvalore, il surplus <strong>del</strong> guadagno non può che essere<br />

inteso nel senso in cui lo indichiamo, e non viceversa. I termini economici <strong>del</strong> pensiero di<br />

natura fanno decadere la necessità di pareggiare domanda e offerta e di raggiungere<br />

l’equilibrio. Se la legge morale non è: «Fai il bene», ma: «Agisci in modo da ricevere il<br />

bene da un altro», ciò significa che il bene è una sorpresa, esito imprevisto di un lavoro;<br />

che «plusvalore» può essere solo quella specie di guadagno che libera dalla necessità di<br />

far tornare i conti.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!