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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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L’errore nella legge <strong>del</strong>l’amato e <strong>del</strong>l’amante 147<br />

intervenga l’altro, perché l’amato, autonomamente, ha come fine<br />

l’ideale <strong>del</strong>la virtù. Si afferma una legge che emerge come<br />

risultante e che fa concorrere in una stessa meta le due distinte<br />

leggi. Leggi di due soggetti, leggi di moto come moto a meta.<br />

Quali sono queste due leggi? Una regge l’amore per i fanciulli,<br />

cioè il godimento degli amanti, e l’altra governa l’amore per la<br />

saggezza e altre virtù: la legge <strong>del</strong>l’amato. Per noi la legge <strong>del</strong><br />

moto comporta due soggetti e un’unica legge per due corpi. Non<br />

due ambiti e due leggi: i posti sono due e due sono i moti, ma la<br />

legge è una, anche se diverso può essere il contenuto <strong>del</strong>la<br />

soddisfazione.<br />

Alla teoria platonica <strong>del</strong>la legge come terapia (compagnia)<br />

potrebbe essere posta un’obiezione: la funzione <strong>del</strong> compagno, che<br />

apparentemente è affidata ad ambedue i partner nella dissimmetria<br />

(la legge <strong>del</strong>l’uno regge l’amore per la virtù e la legge <strong>del</strong>l’altro<br />

regge l’amore per i fanciulli) è in definitiva affidata solamente<br />

all’amato, cioè al beneficiario <strong>del</strong>la terapia. All’altro no. Il carico è<br />

solo sull’amato. La legge di questo concorso di leggi non è<br />

disattesa neppure nel caso in cui l’amante sia un cattivo soggetto e<br />

l’amato ingannato non acquisti virtù. È sufficiente che l’amato, e<br />

lui solo, agisca per amore <strong>del</strong>la virtù.<br />

2. Il postulato <strong>del</strong>la legge platonica <strong>del</strong>l’amore<br />

Questa legge <strong>del</strong>l’amato e <strong>del</strong>l’amante può essere scomposta in<br />

tre articoli simili agli articoli <strong>del</strong>la legge di natura: un postulato,<br />

una massima soggettiva e un ambito di validità. Anche Platone<br />

rispetta questa distinzione.<br />

1. Il postulato che se ne deduce è il seguente: è possibile la<br />

soddisfazione <strong>del</strong> moto di un singolo secondo una legge universale<br />

valida per tutti i singoli <strong>del</strong>l’ambito <strong>del</strong>l’Universo di cui si è<br />

singoli. Perché è un postulato? Perché non è prodotto da nessuna<br />

premessa, non è da dimostrare, produce relazioni e non è<br />

falsificabile nemmeno quando si produca una <strong>del</strong>usione. Per<br />

Platone è indifferente che ci sia l’inganno, poiché l’amato non

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