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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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202<br />

«Università». Ri-capitolare<br />

Questo mi dà l’occasione per un’altra osservazione. Qualsiasi<br />

cosa ricaviamo dalle nostre premesse intorno all’educazione, resta<br />

che mai e poi mai nella nostra impostazione l’educazione risulta al<br />

primo piano. Al primo posto è la correzione. E poiché abbiamo<br />

tradotto la parola correzione con parole come salute-salus, prima<br />

di qualsiasi concezione educativa <strong>del</strong>l’esperienza affermiamo la<br />

concezione di essa come guarigione. La vituperata parola<br />

«felicità» è impensabile al di fuori <strong>del</strong> concetto di guarigione.<br />

Parlare di felicità autonomamente da correzione o salute o<br />

guarigione, è solo una <strong>del</strong>le tante mistificazioni su piazza. Provate<br />

a tradurre l’espressione «desiderio di felicità» con «desiderio di<br />

salute» o «desiderio di guarigione»: scoprirete subito che il<br />

desiderio di felicità non è un dato, è un successo che accade, è un<br />

evento. Se le persone non guariscono facilmente, rispetto a<br />

nevrosi, psicosi, perversione, handicap, non è perché queste<br />

patologie contengono una gravità maggiore o minore, come si<br />

direbbe, <strong>del</strong>la polmonite e <strong>del</strong> cancro, o <strong>del</strong>l’AIDS; non è che non<br />

guariscono facilmente perché la scienza non ancora ha fatto<br />

abbastanza progressi… È che la guarigione è condizionata<br />

dall’evento <strong>del</strong> desiderio di guarigione. Il primo evento che una<br />

cura ha la possibilità di fare avvenire è proprio il desiderio di<br />

guarigione. 256<br />

Abbiamo anche l’occasione di recuperare un altro concetto:<br />

l’errore comunemente chiamato «sessualità». La sessualità non<br />

essere utile per riuscire a collocare ancora meglio che cosa è stato, e che cosa è ancora, il<br />

Signor Freud. Ve la dice più lunga su uno scenario storico universale. È buffo che i<br />

cristiani di questo secolo non si siano accorti di questa evidenza. Ma di solito mi tengo a<br />

distanza da questi argomenti e suggerisco anche a voi di tenervene a vostra volta a<br />

distanza. Non abbiamo la fissazione patologica di stare a discutere su psicoanalisi e<br />

religione. All’interrogativo: «Come stanno le cose fra psicoanalisi e religione?» non si<br />

risponde, come non si risponde alle domande poste scorrettamente. Al massimo, si cerca<br />

di far osservare l’errore e la distorsione.<br />

256 A proposito <strong>del</strong> primato <strong>del</strong>la correzione, è <strong>del</strong> tutto ovvio che anzitutto il<br />

cristianesimo ha posto tale primato sull’educazione, proprio perché per definizione è una<br />

religione di salvezza (benché il cristianesimo non sia una religione), non una concezione<br />

educativa <strong>del</strong>l’esperienza. Il guaio è assorbire la salvezza nell’educazione.

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