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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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20<br />

Il pensiero nella guarigione<br />

«Università». Ri-capitolare<br />

Allora, come definire il pensiero guarito? Il pensiero guarito è<br />

la capacità di pensare il proprio beneficio sapendolo difendere. La<br />

difesa <strong>del</strong> pensiero fa parte <strong>del</strong>la facoltà <strong>del</strong> pensiero. Nel<br />

momento in cui la difesa <strong>del</strong> pensiero viene a far parte <strong>del</strong><br />

pensiero, possiamo dire che c’è il «pensare bene». Questa facoltà<br />

di difesa <strong>del</strong> pensiero non è autonoma. La difesa <strong>del</strong> pensiero è il<br />

giudizio: l’amore è intellettuale, ossia il mio pensiero è amato. C’è<br />

chi ama il mio pensiero. Questa è una norma, una difesa.<br />

Un’ultima aggiunta riguardo all’errore in rapporto alla<br />

professione: perché il filosofo, il giurista, il politico, il medico<br />

nell’esercizio <strong>del</strong>la loro professione non si ammalano, pur essendo<br />

– la loro professione o disciplina – costruita su un errore mai<br />

riconosciuto? Perché nella misura in cui un soggetto si attiene alla<br />

professione, viene preservato dall’errore dalla professione stessa. È<br />

una forma di psicoterapia: l’errore viene mantenuto intatto, ma gli<br />

è impedito di manifestarsi e di agire, preservando il soggetto sia<br />

dalla guarigione sia dal passaggio attivo alla patologia.

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