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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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«Università». Ri-capitolare<br />

– se non nella forma riducibile all’aspetto <strong>del</strong>l’apprendimento (che<br />

potremmo definire una sorta di pensiero «sotto tutela», sotto la<br />

tutela <strong>del</strong>l’arco riflesso stimolo-risposta).<br />

La visione improntata agli stadi di sviluppo comporta un dato<br />

che appare problematico nella clinica, in quanto – con una<br />

frequenza che reputo significativa –osserviamo quelle che definirei<br />

<strong>del</strong>le vere e proprie «chimere psicopatologiche» ovvero dei<br />

soggetti che, nel tempo, mutano di diagnosi, trascorrendo da una<br />

forma clinica all’altra. La conciliazione di questo dato empirico<br />

con la teoria degli stadi di sviluppo risulta problematica, in quanto<br />

questa condizione implica un determinismo psicopatologico da<br />

imprinting, vale a dire il fatto che il soggetto, ammalandosi, non<br />

potrà far altro che esprimere nella psicopatologia lo stadio di<br />

sviluppo raggiunto o il «buco» <strong>del</strong>la propria struttura soggettiva, a<br />

partire dal mancato raggiungimento <strong>del</strong>lo stadio successivo entro il<br />

periodo di tempo in cui ciò sarebbe dovuto accadere. 116 Qualora si<br />

resti vincolati a questa teoria, in seguito – per ricomprendere<br />

quanto non riesce a essere discriminato dall’insufficienza di<br />

giudizio <strong>del</strong> sapere psicopatologico – si è costretti a rimescolare e<br />

a rendere sfumati i confini tra i differenti quadri nosografici,<br />

cosicché viene a prevalere un certo orientamento rassegnato a<br />

ritagliare <strong>del</strong>le aree di overlapping tra forme cliniche diverse. 117<br />

Questa tesi risulta largamente insoddisfacente in quanto comporta<br />

l’assurdo di una presenza contemporanea di differenti e specifiche<br />

modalità psicopatologiche (vale a dire: di obiezione alla relazione),<br />

messe in atto nel medesimo tempo. Pertanto, un conto è escludere,<br />

come sostengo che si debba fare, la contemporaneità <strong>del</strong>le due<br />

116 La questione può essere espressa nel modo seguente: «È possibile ammalare<br />

psichicamente abbracciando forme cliniche differenti?» oppure, qualora ciò appaia, si<br />

tratta semplicemente di un miraggio, quale per esempio quello di uno psicotico che si fa<br />

passare per nevrotico o viceversa? Non possiamo sviluppare la questione in questo<br />

contesto, ma è utile segnalare che la confusione è oggi talmente grande che gli apparati<br />

nosografici vincenti (vedi il DSM-IV) hanno dismesso persino di porsela.<br />

117 Per esempio: la diagnosi di borderline pretende di individuare una condizione<br />

clinica che starebbe a cavallo tra nevrosi, psicosi ecc.

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