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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Economia 171<br />

2. L’economia nella distinzione <strong>del</strong>le due Città<br />

Entriamo nel merito <strong>del</strong> possibile valore <strong>del</strong>l’aspetto economico<br />

nella distinzione <strong>del</strong>le due Città e partiamo da tre considerazioni<br />

che abbiamo formulato negli ultimi due anni.<br />

La prima concerne il fatto che non c’è legge giuridica che non<br />

sia economica: una legge giuridica che non sia di guadagno è da<br />

correggere. 222 Nella clessidra obbligazione e soddisfazione sono in<br />

γ, nella freccia <strong>del</strong>la domanda; godimento è in δ. Il solo godimento<br />

che merita questo nome è quello che risulta dall’aver dato<br />

soddisfazione all’altro, da cui a sua volta il soggetto otterrà<br />

godimento. Questo tipo di godimento è moralmente insindacabile,<br />

perché morale nella sua costituzione. 223<br />

Le altre due considerazioni definiscono le tesi opposte di un<br />

dibattito secolare, rappresentato dal chiedersi se siano le leggi<br />

economiche a essere subordinate al diritto oppure se sia il diritto<br />

statuale a essere condizionato dalle leggi economiche. 224 Queste<br />

due tesi, che si riferiscono alla Città statuale, indicano una prima<br />

differenza fra gli aspetti economici <strong>del</strong>le due Città: nella Città <strong>del</strong><br />

pensiero di natura non c’è legge economica che non sia legge<br />

giuridica (la legge è una sola), mentre nella Città <strong>del</strong> diritto<br />

statuale, proprio l’inevitabilità <strong>del</strong> chiedersi se sia l’economia a<br />

determinare il diritto o il diritto a determinare l’economia indica<br />

l’esistenza di un rapporto giuridico differente.<br />

Da quanto ho esposto fin qui e dallo schema recentemente<br />

proposto da Giacomo Contri, che rappresentava la U di Universo<br />

222 La coincidenza di legge giuridica e legge economica è propria <strong>del</strong>la Città <strong>del</strong><br />

pensiero di natura (Città che non è da conoscere o riconoscere, ma da costruire), l’unica<br />

in cui diritto e giurisprudenza coincidono.<br />

223 Il perverso è tale perché ha fatto <strong>del</strong> godimento un oggetto di giudizio morale,<br />

credendo, forse, di trasgredire qualche legge. Mi sono accorto più volte di quanto alcune<br />

persone – sul divano – venissero sorprese dal pensiero che la morale, se è morale, è a<br />

vantaggio <strong>del</strong> soggetto, perché l’errore «istintività» comportava in loro l’idea che la<br />

morale esistesse solo per limitare gli istinti (usando i vecchi termini psicoanalitici, è<br />

l’idea <strong>del</strong>la morale come formazione superegoica).<br />

224 Durante lo scorso anno, Giacomo Contri ha espresso la prima idea, mentre<br />

recentemente mi diceva di propendere piuttosto per l’altra tesi.

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