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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Atto 47<br />

pensiero è un pensiero invidioso. Se la relazione è data<br />

originariamente, chi è preso nella relazione non si muove per<br />

ottenere un arricchimento: vi è inibizione <strong>del</strong> guadagno e <strong>del</strong><br />

desiderio.<br />

Questo orientamento usa anche con molta frequenza la parola<br />

«evidenza»: il soggetto, che guarda l’oggetto come evidente e ne<br />

resta più o meno affascinato, sta fermo: «Mi va bene così». È noto<br />

inoltre che questo tipo di approccio rifiuta poi il discrimine sanomalato,<br />

soddisfatto-insoddisfatto. Persino il <strong>del</strong>irio più scatenato è<br />

soltanto un modo di essere <strong>del</strong>la relazione originariamente data.<br />

La nostra linea di pensiero è diametralmente opposta a questa. Il<br />

corpo umano, diceva Giacomo Contri la volta scorsa, tutto al<br />

contrario dall’essere caratterizzato e guidato nel suo agire da una<br />

relazione data in partenza, ha il privilegio negativo di non avere<br />

nella realtà esterna nessuna legge precostituita <strong>del</strong> proprio moto. È<br />

il pensiero individuale a provvedere alla costituzione di questa<br />

legge. Nulla è dato, neppure gli istinti, neppure l’istinto alimentare,<br />

neppure l’istinto alla sopravvivenza <strong>del</strong>la specie. 88<br />

Quando parliamo di atto, intendiamo il fatto, il perfetto, il<br />

prodotto <strong>del</strong> pensiero individuale che è costruzione di una legge<br />

<strong>del</strong>la relazione, condizione, forma, fine, premessa di tutto l’agire<br />

<strong>del</strong> soggetto. Senza questo non c’è agire. Questa legge afferma:<br />

«Agisci in modo da ricevere il tuo bene». Questa è la forma di tutte<br />

le tue azioni e per essa saprai anche in base a quale forma<br />

muoverti. L’inibito è una persona che non avendo questa forma<br />

non può muoversi e sta fermo, non ha né ragione né fine per<br />

muoversi. Che tale legge sia una costruzione è dimostrato dal<br />

lungo lavoro di ricostruzione e di completamento che si tratta di<br />

compiere nel corso di un’analisi. Diceva Raffaella Colombo – in<br />

parte ho cercato in questo intervento di rielaborare la sua tesi – che<br />

88 Queste teorie, che certamente vi capiterà di incontrare e che sono documentate dal<br />

linguaggio comune, usano inoltre il termine «repressione», ma sono inconsistenti, perché<br />

ne parlano senza prima spiegare cosa verrebbe represso – e che equivarrebbe a spiegare<br />

come si è costituito ciò che viene represso. È evidente poi che il puro e semplice termine<br />

repressione, acquista un sapore di tipo comportamentistico.

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