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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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238<br />

«Università». Ri-capitolare<br />

Così, altro è l’ambizione <strong>del</strong>la pulsione che ha mancato una<br />

meta concludente, altro l’ambizione <strong>del</strong>la stessa pulsione in una<br />

conclusività senza resti. Nel secondo caso, l’ambizione è la<br />

dimensione, lo habitat, l’ambito come suggerisce l’etimo, <strong>del</strong><br />

desiderio: il desiderio riuscito vive di ambizione.<br />

L’ambizione <strong>del</strong> desiderio fallito vive nell’ambito<br />

<strong>del</strong>l’oscillazione tra l’impotenza <strong>del</strong>le fantasie di onnipotenza<br />

(più dei teorici che dei bambini) e il realismo pragmatico e duro<br />

di mete di potere sostitutive <strong>del</strong>l’impotenza <strong>del</strong> desiderio.<br />

L’ambizione <strong>del</strong> desiderio costituito – questo vuol dire<br />

«riuscito» – ha l’oggettiva modestia soggettiva <strong>del</strong> non<br />

assegnarsi limiti che subordinatamente all’apporto di un Altro:<br />

apporto che il soggetto può favorire elaborandone il posto,<br />

invece che occluderlo come accade nell’ambizione che con<br />

quella configge. 303<br />

Quanto all’amore, l’articolo si conclude con questa alternativa<br />

nella dottrina psicoanalitica:<br />

l’amore narcisistico, tendente all’annullamento<br />

<strong>del</strong>l’elaborazione, si contrappone all’amore di transfert, che è in<br />

sé stesso elaborazione (il transfert è lavoro di transfert). Nel<br />

primo il soggetto usurpa il posto <strong>del</strong>l’Altro nell’arroganza; nel<br />

secondo il soggetto si arroga, aggiudica, l’Altro nel rispetto dei<br />

posti: a costo di lasciare inoccupato il posto <strong>del</strong>l’Altro quando<br />

giudica questo indegno di occupare tale posto. Si segnala qui<br />

come notevole il senso opposto <strong>del</strong>le parole – arrogare,<br />

arroganza – secondo la forma verbale, o sostantivale.<br />

L’equivoco cui si prestano è molto sfruttato nel giudizio<br />

«adulto» sull’arroganza infantile, che per lo più non è che un<br />

legittimo arrogarsi che viene <strong>del</strong>egittimato<br />

[…] Una <strong>del</strong>le più comuni fantasie infantili è quella di essere<br />

figlio di re, cioè candidato alla successione nella dignità.<br />

«Onnipotenza infantile»? «bambino magnifico»? «narcisismo»<br />

303 AA.VV., Lexikon psicoanalitico e Enciclopedia, op. cit., pp. 79-80.

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