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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Lavoro, come lavoro <strong>del</strong>l’inconscio 229<br />

rapporto a-legale, che si risolve in una contraddizione e quindi<br />

risulta in definitiva <strong>del</strong>udente (non a caso la <strong>del</strong>usione è la<br />

caratteristica <strong>del</strong>la perversione). Non a caso il lavoro<br />

psicoanalitico, il Durcharbeit di Freud, parte non dalla<br />

perversione, ma dalla psicopatologia clinica, ovvero dalla<br />

situazione di angoscia, in cui il soggetto si trova proprio per il fatto<br />

di trovarsi in un conflitto, di fronte alla percezione di essere senza<br />

via d’uscita. L’inibizione conseguente <strong>del</strong> soggetto deriva dal<br />

trovarsi di fronte a due ordini contraddittori: l’altro dev’essere<br />

libero e deve al contempo essere costretto. Nella riscoperta − e,<br />

grazie al lavoro psicoanalitico, nel compimento <strong>del</strong> lavoro<br />

<strong>del</strong>l’inconscio − scoprirà e finalmente risolverà la contraddittorietà<br />

<strong>del</strong>la perversione, la contraddittorietà <strong>del</strong> «volente-nolente».<br />

Verificherà quindi la perversione non come errore pratico o<br />

teoretico, ma come patologia non-clinica.<br />

Credo che una <strong>del</strong>le grandezze di Freud consista proprio<br />

nell’averci fornito un criterio di giudizio che ci permette di evitare<br />

la banalizzazione volgare di concetti come quello di «pensiero<br />

fallico», che riguarda la perversione in quanto individua una forma<br />

di relazione sostanzialmente invidiosa, che − essendo pensata<br />

come avveniente tra chi ha e chi non ha − è destinata fin<br />

dall’origine a una soluzione non pacifica.<br />

Questo dà conto anche <strong>del</strong> motivo per cui, una volta imboccata<br />

questa strada, si cada nella tentazione di concepire soluzioni<br />

collettivistiche, in cui vengano decise collettivisticamente sia<br />

l’offerta sia la domanda. Se non c’è più libera – e legale –<br />

relazione Soggetto-Altro (e in Lexikon viene detto con chiarezza<br />

come allora l’altro si appiattisca sul soggetto), non ci sarà<br />

relazione pacifica. Qualora qualcuno possieda e qualcun altro non<br />

possieda o possieda di meno, si creerà un conflitto, per risolvere il<br />

quale si potrà unicamente istituire una completa proprietà<br />

collettivistica, dove dovranno essere collettivisticamente decisi sia<br />

il bisogno sia l’offerta. Non c’è più giudizio, non c’è più problema

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