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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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310<br />

«Università». Ri-capitolare<br />

correttiva, non è un vero giudizio. L’inconscio ha tre funzioni:<br />

l’inconscio normale o normativo (la norma); l’inconscio<br />

sostitutivo, ossia il pensiero <strong>del</strong>la norma nella crisi, che sopperisce<br />

all’insufficienza nella riuscita <strong>del</strong>la legge <strong>del</strong> soggetto per mezzo<br />

di una elaborazione come il lavoro di sogno e il lavoro di lutto;<br />

l’inconscio vendicativo o sanzionatorio:<br />

Si tratta di quell’operazione o lavoro <strong>del</strong>l’inconscio che<br />

produce il ritorno <strong>del</strong> rimosso, [appunto la sanzione <strong>del</strong><br />

pensiero, l’effetto di correzione] nel sintomo e in tutte quelle<br />

formazioni <strong>del</strong>l’inconscio che hanno non solo la stessa struttura<br />

<strong>del</strong> sintomo, ma anche lo stesso modo di produzione. […] il<br />

ritorno <strong>del</strong> rimosso come sanzione precisamente commisurata<br />

sull’inconscio, come caso forse unico di legge <strong>del</strong> taglione<br />

perfetta. 409<br />

Direi che, nella crisi, l’inconscio è vendicativo e la vendetta è<br />

una sanzione, ma solo riguardo al pensiero. In sé, la vendetta non è<br />

una sanzione, perché il soggetto che si vendica, invece di giudicare<br />

l’altro agisce come l’altro, così che il giudizio di condanna<br />

sull’altro si ripercuote sul soggetto stesso. Il vero giudizio non è<br />

fatto di odio o non fa uso di odio. Nella normalità o nella<br />

guarigione l’odio c’entra, ma come sapere riguardo all’odio<br />

<strong>del</strong>l’altro. Nella nevrosi c’è un pudore riguardo all’odio, che va di<br />

pari passo con il non risolversi nella correzione. Sapere intorno<br />

all’odio e sapere circa la castrazione si implicano a vicenda.<br />

Dio odia? Non è una domanda pertinente. Dio giudica l’odiosità<br />

<strong>del</strong>l’odiabile. Finita lì. La frase: «Padre perdona loro perché non<br />

sanno quello che fanno» non è una giustificazione, è un giudizio e<br />

anche molto pesante: chi odia non sa quello che fa, vuol dire che<br />

chi odia è idiota. 410<br />

409 AA. VV., Lexikon psicoanalitico e Enciclopedia, op. cit., p. 29.<br />

410 GIACOMO B. CONT<strong>RI</strong> fa notare che, come peraltro osservano anche i Vangeli, Dio<br />

non odia, ma si incazza: «Scribi e farisei ipocriti». La parola triviale che ho appena usato<br />

è perfettamente descrittiva <strong>del</strong>l’affetto di Nostro Signore nei confronti di certi individui.<br />

Non è una sceneggiata pedagogica per distinguere la posizione avversa. Non c’è nessuna

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