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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Per finire 75<br />

<strong>del</strong>l’altro da cui verrà il proprio bene potrebbe anche assomigliare<br />

al caso <strong>del</strong>la prostituzione, e in conseguenza tutto il nostro<br />

insegnamento sarebbe un incitamento alla prostituzione. So bene<br />

che non è così. Ma al fine <strong>del</strong> vostro esercizio intellettuale, vi<br />

suggerisco di chiedervi qual è la differenza.<br />

A proposito <strong>del</strong> «ginepraio» di cui parlava Maria Delia Contri:<br />

l’esempio «Vado fuori» è solo uno fra i mille di quello che<br />

potremmo chiamare personale atto di coscienza e serve a indicare<br />

che si tratta di un atto di economia, in cui il porre la norma è già<br />

un’azione. Nel dire: «Vado fuori», prendendo la porta, si pone con<br />

un’azione un atto, senza distinzione fra due momenti: prima penso,<br />

poi agisco. Ognuno potrebbe chiedersi qual è il suo «vado fuori»<br />

<strong>del</strong>la vita quotidiana; suggerisco di averne almeno uno: averne uno<br />

e avere la nostra clessidra è la medesima cosa. L’esempio dice che<br />

non c’è ginepraio né «selva oscura»: queste immagini, piuttosto<br />

che essere il pensiero con cui ci si pone di fronte a un errore, sono<br />

esse stesse il prodotto di un errore: sto pensando a una difficoltà<br />

per mezzo di una difficoltà, e ciò mi renderà impossibile uscirne.<br />

Le applicazioni sono diverse; per esempio, il rivolgersi a uno<br />

psicoanalista è un caso di «vado fuori» ed è un caso di atto<br />

normativo, di azione che pone la legge.<br />

Osservazioni conclusive<br />

Prima osservazione. L’imputabilità sta nel fatto che la legge (in<br />

due movimenti) <strong>del</strong> rapporto <strong>del</strong> soggetto con l’altro (l’uno che si<br />

muove in una direzione e l’altro nell’altra) è una relazione di<br />

profitto. Il profitto consiste nel fatto che il soggetto mette a<br />

disposizione <strong>del</strong>l’altro i propri oggetti, non importa quali: il<br />

proprio corpo, i propri pensieri, quello che sa, le cose. Perché lo<br />

fa? Perché è disponibile? È un’idiozia. La disponibilità sta solo nel<br />

mettere a disposizione <strong>del</strong>l’altro i propri oggetti 118 allo scopo che<br />

118<br />

Per mettere a disposizione i propri oggetti occorre averli già trattati. Materia<br />

prima è ciò che è già stato trattato.

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