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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Università 375<br />

feudalità si sono molto indebolite e la circolazione di denaro è<br />

molto scarsa. Comincia perciò il declino <strong>del</strong>la feudalità, che avrà<br />

come conseguenza la trasformazione <strong>del</strong> fiero feudatario <strong>del</strong> XVI<br />

secolo nel cortigiano sottomesso di Versailles, quindi nel<br />

cortigiano <strong>del</strong> Settecento, ombra <strong>del</strong> fiero cavaliere che, nei secoli<br />

precedenti, viveva dei proventi <strong>del</strong> suo feudo.<br />

Il definitivo affermarsi <strong>del</strong> potere monarchico in Francia – la<br />

nazione leader, i cui eventi avevano riflesso in tutti gli Stati<br />

europei – coincide, è quasi un paradosso, con la crescente<br />

affermazione di quella classe borghese che attraverso i suoi<br />

intellettuali manderà al patibolo il re e Maria Antonietta. Nella<br />

nuova concezione <strong>del</strong>la monarchia, dunque, il processo di<br />

definitiva sottomissione <strong>del</strong>la società e <strong>del</strong>l’economia feudale al<br />

nuovo monarca assoluto, porta con sé la crescente formazione<br />

<strong>del</strong>la borghesia cui consegue, da parte <strong>del</strong>la stessa, la crescente<br />

difesa dei propri diritti. Questo processo, nel corso <strong>del</strong> tempo,<br />

manifesterà il suo effetto disastroso per la monarchia: i borghesi<br />

rifiuteranno il loro ruolo di sudditi per essere citoyen, fino alla<br />

condanna a morte <strong>del</strong>la monarchia stessa.<br />

In questo quadro, la borghesia è sommamente interessata a dare<br />

un’educazione ai suoi membri, avendo compreso l’enorme potere<br />

sociale <strong>del</strong>la cultura: se vogliamo laicizzare il problema, essa dà<br />

diritti e doveri a chi la gestisce. Nel quadro di tutte le riforme<br />

innescate, ecco pertanto l’interesse <strong>del</strong>la borghesia<br />

all’organizzazione di una scuola in qualche modo pubblica che,<br />

con il bene e con il male connessi a questo concetto, nasce nella<br />

seconda metà <strong>del</strong> Seicento. 471 Con essa nascono anche principi che<br />

prima si ignoravano o quasi: tutti devono poter prendere in mano<br />

un libro e leggere; il popolo, anche nei suoi livelli più bassi può<br />

471 Si incomincia ad affermare che la cultura – strumento di potere <strong>del</strong>la nuova classe<br />

borghese – debba essere istituzionalizzata. La storia <strong>del</strong>la cultura è storia dei processi<br />

spontanei <strong>del</strong>la creatività intellettuale – in quanto tali non istituzionalizzabili – che<br />

vengono gradatamente istituzionalizzati. La storia <strong>del</strong> rapporto fra cultura e istituzione è<br />

la storia di bestie feroci che devono essere gradatamente riportate allo zoo.

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