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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Il principio di profitto come principio universale 181<br />

partecipazione al prodotto con il minimo dispendio di energie, in<br />

un’aperta concorrenza in cui i più deboli soccomberanno.<br />

2. La costituzione freudiana <strong>del</strong> principio di piacere<br />

La critica freudiana − sottolineo che sto parlando <strong>del</strong> risultato<br />

che ci ha permesso di raggiungere il nostro lavoro sulle premesse<br />

di Freud −, proponendosi la costruzione di una psicologia<br />

scientifica, ha il medesimo punto di avvio <strong>del</strong>la teoria neoclassica<br />

<strong>del</strong>l’economia, ovvero parte dal programma di riduzione <strong>del</strong>la<br />

psicologia a scienza, e a quella scienza (la fisica nella forma <strong>del</strong>la<br />

termodinamica) che è considerata la base di ogni scienza. E<br />

tuttavia, a partire dalle catastrofi <strong>del</strong>la psicopatologia, Freud risale<br />

alla questione marxiana <strong>del</strong>la guerra civile che si instaura in una<br />

Città in cui gli individui non riescono a percepirsi come soggetti<br />

alla stessa legge. Freud, possiamo dire, è il solo a essere all’altezza<br />

<strong>del</strong>la critica marxista e a riprendere la questione lasciata aperta da<br />

Marx, criticando l’errore, che gli deriva dalla tradizione di<br />

pensiero di cui è erede, che il principio di profitto non possa essere<br />

riservato che a una ristretta cerchia di cittadini.<br />

Dire che il principio di piacere è principio normativo<br />

individuale <strong>del</strong>l’agire vuol dire che è il soggetto stesso a porre la<br />

meta <strong>del</strong> proprio movimento – meta di profitto, grazie all’apporto<br />

<strong>del</strong> prodotto <strong>del</strong> lavoro <strong>del</strong>l’altro – e dunque il suo arresto, nel<br />

punto in cui tale meta è stata raggiunta. Niente a che fare dunque<br />

con la fisica, niente a che fare con il sasso che, nella sua caduta<br />

determinata dalla legge di gravità, si ferma perché è arrivato per<br />

terra: il movimento <strong>del</strong> sasso è causato, non dipende da una meta<br />

che il sasso stesso si pone e non concepisce l’arrivo a terra come<br />

raggiungimento di un fine. Niente a che fare neppure con la ricerca<br />

di un equilibrio <strong>del</strong>l’organismo con l’ambiente, − pensato<br />

sostanzialmente al modo <strong>del</strong>la scienza <strong>del</strong>la termodinamica − in<br />

cui l’organismo lavora nell’ambiente per poter mantenere la

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