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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Banalizzazione 221<br />

Questa connotazione puramente tratteggiata <strong>del</strong> moralismo si<br />

ritrova in tutte le teorie e dottrine più o meno teoreticamente<br />

sofisticate; esse possono anche essere diverse, divergenti e<br />

antitetiche sotto una pluralità di aspetti, in particolar modo nelle<br />

procedure conoscitive utilizzate per adottare le prescrizioni o leggi<br />

morali, ma convergono in questo tratto comune.<br />

In termini più circostanziati va notato che la rivendicazione<br />

moralistica <strong>del</strong> primato <strong>del</strong>la morale, <strong>del</strong>la sua autonomia, <strong>del</strong>la<br />

sua validità in sé, è una rivendicazione che viene addotta<br />

innanzitutto nei confronti <strong>del</strong>la questione stessa <strong>del</strong>la<br />

soddisfazione o <strong>del</strong> beneficio. Nella moralità moralistica non è<br />

pertinente il riferirsi a questi termini, la cui rilevanza è legittima su<br />

un piano inferiore a quello <strong>del</strong>l’ordine morale e purché a questo<br />

conforme. Ultimativamente il primato e l’autonomia <strong>del</strong>la morale<br />

sono un primato su e un’autonomia da ciò che concerne<br />

soddisfazione e beneficio. La posizione moralistica è riassumibile<br />

nella tesi secondo la quale il bene, in quanto moralmente<br />

autonomo, è distinto, indipendente e condizione di liceità e<br />

legittimità <strong>del</strong> beneficio economico. La separazione tra morale ed<br />

economia, ovvero tra bene morale e beneficio, è ciò che<br />

caratterizza il moralismo in tutte le sue varianti più o meno<br />

immediatamente riconoscibili come tali.<br />

Dalla separazione tra bene e beneficio conseguono la<br />

separazione tra «voglia» e «volontà» 282 e quindi «volontarismo»,<br />

che è un tratto essenziale <strong>del</strong> moralismo. La deformazione <strong>del</strong>la<br />

vita morale propria <strong>del</strong> moralismo è il regno <strong>del</strong>la pura coscienza e<br />

<strong>del</strong>la pura volontà, cioè <strong>del</strong>la volontà senza voglia, disinteressata,<br />

puro rispetto <strong>del</strong>la legge morale in sé. Dobbiamo essere grati a<br />

Kant (anche se egli non è il solo a essere compromesso con il<br />

moralismo, la cui diffusione nella storia <strong>del</strong> pensiero e <strong>del</strong>la<br />

cultura è tutta da misurare), che questa concezione moralistica<br />

282 Sulla coincidenza tra voglia e volontà si veda ancora Il pensiero di natura, op.<br />

cit., p. 142. GIACOMO B. CONT<strong>RI</strong> riprende questo tema nel suo articolo di apertura, Ricapitolare,<br />

in La città dei malati, vol. II, Edizioni Sic Sipiel, Milano 1994, pp. 11-34.

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