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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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L’errore nella legge <strong>del</strong>l’amato e <strong>del</strong>l’amante 149<br />

empirico-passionale, e due leggi: la virtù e il piacere. La virtù<br />

<strong>del</strong>l’ambito universale e il piacere <strong>del</strong>l’ambito empiricopassionale.<br />

Nella legge di natura le cose vanno ben diversamente: trovare la<br />

virtù significa seguire la legge di piacere. Non essendo data né in<br />

natura né in cultura, la virtù coincide con la ricerca di questa legge.<br />

Con l’intervento di Socrate, Platone correggerà l’intervento di<br />

Pausania, ma si tratterà <strong>del</strong> peggioramento coincidente con la<br />

definitiva esautorazione <strong>del</strong>l’altro e con l’accentuazione <strong>del</strong><br />

dualismo tra «amore celeste» e «amore volgare». Per Platone<br />

l’uomo virtuoso è l’uomo che conosce il mondo <strong>del</strong>le idee,<br />

quest’ultimo concepito come un mondo speculare, quasi come<br />

proiezione di sé. Non c’è una novità nell’altro, così come non c’è<br />

novità neppure in questo altro mondo. L’altro non ha una<br />

soggettività propria. In particolare, l’uomo virtuoso è l’uomo che<br />

conosce il bene. Ma nella gerarchia platonica, in cui pure compare<br />

il bene, vengono prima le idee e per ultimo il corpo. La virtù<br />

precede il piacere (il maestro infatti ha già conseguito la virtù e<br />

solo in un secondo tempo potrà occuparsi <strong>del</strong> piacere). È una<br />

concezione perversa <strong>del</strong>la virtù, perché la soddisfazione viene<br />

tagliata alla radice: il soggetto non opera affinché l’altro agisca a<br />

suo beneficio. L’amato non fa nulla perché l’amante gli procuri<br />

soddisfazione.<br />

3. Il lemma «virtù»<br />

Possiamo definire la virtù come la disposizione in andata<br />

affinché vi sia ritorno. La virtù è un’iniziativa, una domanda –<br />

come diceva Giacomo Contri, la domanda è già un’offerta di sé:<br />

domanda e offerta sono inscindibili – quindi l’iniziativa che il<br />

soggetto prende verso l’altro. Tommaso afferma che la virtù è<br />

l’affetto giusto, corretto, adatto, di fronte all’oggetto conosciuto: è<br />

ciò che chiamiamo competenza individuale. La virtù è la<br />

correzione <strong>del</strong> rapporto nel giudizio; essa permette il rapporto e<br />

conserva il posto <strong>del</strong>l’Altro, nonostante l’Altro.

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